MotoGP, come funziona il sistema di punteggio? Ecco tutte le info

La MotoGP ha sempre premiato in maniera particolare il vincitore. Ecco quanti punti prendono coloro che si piazzano meglio in classifica.

Manca un mese esatto al via della stagione di MotoGP targata 2023, che scatterà il prossimo 26 di marzo a Portimao. Con il Gran Premio del Portogallo, il mondiale torna ad iniziare in Europa, cosa che era accaduta soltanto nel 2020 a Jerez de la Frontera, ma solamente per via della pandemia di Covid-19 che aveva rivoluzionato i calendari.

MotoGP (ANSA)
MotoGP ecco quanti punti prendono i piloti (ANSA)

La Ducati è nettamente la favorita e vuole farla da padrone, nella speranza, per lo spettacolo, che qualcuno riesca finalmente a contrastarla. I test di Sepang ci hanno detto che l’Aprilia è la più vicina, che la KTM può recitare il ruolo di terza forza e che Yamaha ed Honda sono in alto mare, così come lo scorso anno.

Con i limiti allo sviluppo ed ai test in pista, in MotoGP non è più facile come una volta cercare di recuperare un gap tecnico importante, ed è per questo che le nobili decadute potrebbero fare molta fatica soprattutto ad inizio anno. Serve un miracolo per cercare di cambiare tutto.

MotoGP, il sistema di punteggio spiegato nel dettaglio

La MotoGP ha lo stesso sistema di punteggio dal lontano 1993, quando la top class si chiamava ancora Classe 500. Vengono dati punti addirittura ai primi 15 classificati, un sistema che è ben diverso, ad esempio, da quello che vediamo in F1, dove nel passato si premiavano soltanto i primi sei.

Il vincitore porta a casa ben 25 punti, contro i 20 del secondo ed i 16 del terzo. Il quarto in classifica ne ottiene 13, seguito dagli 11 del quinto ed i 10 del sesto. Andando avanti, si scende sotto la doppia cifra. Il settimo ne ottiene 9, l’ottavo 8 ed il nono 7. Via discorrendo, dal decimo al quindicesimo se ne ottiene sempre uno in meno fino al quindicesimo, per cui, c’è da dire che è un sistema abbastanza semplice da capire.

Solo nel 1992, c’erano appena 10 piloti che conquistavano punti, con il primo che ne otteneva 20, mentre dal 1988 al 1991 ce n’erano già 15 in grado di portare a casa punticini importanti. Nel 2023, tuttavia, la MotoGP metterà in mostra un enorme cambiamento, ed è ovvio che ci stiamo riferendo alle Sprint Race.

A differenza della F1, le “garette” del sabato nella top class delle due ruote verranno disputate ad ogni fine settimana, ed è per questo motivo che ne avremo ben 42 considerando i 21 Gran Premi in programma. Anche a livello di forma ci sarà una bella differenza rispetto al Circus, visto che le Sprint Race non andranno a determinare l’ordine di partenza della gara domenicale.

Le qualifiche che si terranno al venerdì daranno l’ordine di partenza sia della Sprint Race che dell’evento principale, rendendo l’evento del sabato una vera e propria gara a sé. Com’è ovvio che sia, ci saranno dei punti, che saranno assegnati ai primi 9 che arriveranno in classifica generale.

12 punti li porterà a casa il vincitore, 9 il secondo, 7 il terzo e poi via a scalare con una lunghezza di distanza tra l’uno e l’altro. In molti si chiedono se e quanto questo sistema possa funzionare, visto che la crisi del Motomondiale non sembra certo essere legata al format, ma più che altro all’addio dei personaggi che l’hanno reso grande.

Negli ultimi dieci anni, hanno appeso il casco al chiodo i vari Casey Stoner, Nicky Hayden, Dani Pedrosa, Jorge Lorenzo e Valentino Rossi, ed anche il periodo difficile di Marc Marquez non ha certo aiutato l’interesse generale, soprattutto in Spagna, la vera e propria patria delle due ruote a livello di piloti e di tifosi.

La speranza è che le cose, prima o poi, possano cambiare, visto che ai rider attuali non manca di certo il talento. A difettare in loro è sicuramente la personalità, con tutti i piloti che tra di loro sembrano quasi amici, senza mai uno screzio o una discussione, qualcosa di cui ogni tanto c’è bisogno, sempre nel limite del rispetto reciproco. La situazione non è affatto buona, e questo sport dovrà rialzarsi in fretta per evitare di affondare.

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