F1, perché i piloti sono pesati prima e dopo i GP? Ecco la ragione

In F1 vi sono tantissime regole. Una delle più importanti è legata al peso. Non vengono pesate solo le vetture, ma anche i piloti.

Nella categoria regina del Motorsport tutto è estremizzato per rendere possibile uno spettacolo unico al mondo. I piloti, nel corso dei decenni, sono diventati dei veri e proprio atleti. Devono essere attenti all’alimentazione e curare la forma fisica in modo maniacale. Il fisico deve essere tenuto sotto controllo come una macchina.

Piloti F1 (Ansa Foto)
Piloti F1 (Ansa Foto)

I sacrifici sono sempre più evidenti. I cavalieri del rischio sono sballottati in ogni angolo della terra con calendari sempre più corposi. Nel 2023 sarà raddoppiato anche il numero delle Sprint Race. Tutto ciò renderà ancora più complicato il recupero fisico. In tutti gli sport, oramai, i professionisti sono sottoposti ad uno stress psicofisico impressionante. Il primo a cambiare le “regole del gioco” nel Motorsport è stato Ayrton Senna.

Il brasiliano iniziò ad allenarsi, alla fine degli anni ’80 e all’inizio degli anni ’90, in modo maniacale. Il campione che ereditò lo status del tre volte campione iridato fu Michael Schumacher. Il tedesco trattò il suo corpo come un tempio, collezionando i primi due titoli iridati nel 1994, anno della morte di Senna, e nel 1995 con la Benetton. In Ferrari portò lo stesso spirito, allargando a macchia d’olio l’attenzione ai dettagli, persino ad un driver sregolato come Eddie Irvine. Ecco come nasce un sedile di un’auto di F1: rimarrete stupiti.

Tutti i piloti, piano piano, hanno iniziato a copiare le tecniche del Kaiser. Le vetture, inoltre, sono diventate sempre più performanti, portando il fisico ad un livello di pressione inimmaginabile. Un crash come quello avvenuto nel 2021 a Silverstone tra Hamilton e Verstappen ha sottoposto il #33, oggi numero 1 della griglia, ad un impatto con impressionanti forze laterali. Lewis Hamilton, stoccata a Verstappen: il Mondiale è già partito.

F1, il peso dei piloti

Tutti i piloti devono rispettare una dieta. Durante la pausa invernale è possibile sgarrare, ma nell’arco della stagione, l’attenzione alimentare è massima. L’allenamento total body in palestra si concentra, in modo più specifico, in alcune aree del corpo. Il collo, ad esempio, è molto sollecitato. Vi sono esercizi specifici per inspessirlo, ma anche le braccia e le spalle non sono da meno. Per le gambe, solitamente, i piloti preferiscono la corsa e la bicicletta. Alcuni Gran Premi possono risultare massacranti sul piano fisico.

I piloti, a causa dell’umidità e del caldo, raggiungono nell’abitacolo temperature infernali. Al termine delle qualifiche e delle gare, i driver di F1 sono pesati appena escono dall’abitacolo. In caso di mancato rilevamento sulla bilancia scatta una immediata squalifica. Il dato è essenziale per valutare quanti kg si perdono durante una corsa. Se c’è una perdita eccessiva di peso i piloti devono essere controllati al centro medico. La FIA, inoltre, procede alla misurazione per far sì che tutti rispettino i regolamenti.

Ciascun pilota, ancora con la tuta, i guanti, le scarpe e il casco deve misurarsi appena terminata la sessione. Si tratta di regole molto rigide. Gli steward non ammettono eccezioni. Di base la ragione principale è legata alla sicurezza. In alcuni round del campionato si rischiano di perdere 4, 5 kg. In Malesia o Singapore le temperature possono essere insopportabili con l’elevato tasso d’umidità. Non si possono più ripetere episodi come quelli di Nigel Mansell a Dallas nel 1984. L’attenzione alla sicurezza ha raggiunto livelli mai toccati prima e i piloti devono sottostare a queste regole.

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