Stop alla produzione per Tesla, parte l’allarme: la situazione

Brutta notizia per la Tesla, marchio che di certo non sta vivendo un periodo positivo sotto vari aspetti. Ecco i dettagli.

Il marchio Tesla non vive una fase positiva, e le ultime notizie che ci arrivano non sono di certo eccezionali in chiave presente e futura. Il costruttore statunitense ha subito un importante sorpasso da parte della cinese BYD sulle vendite nell’ultimo trimestre del 2023, che conferma quanto la forza dei colossi cinesi si stia facendo sentire in questo momento.

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Tesla che mazzata – Derapate.it

La BYD Company è diventato il primo produttore di auto elettriche al mondo, ed ora l’obiettivo è quello di espandersi in maniera importante in Europa, andando anche ad attaccare quello che fu il dominio della compagnia di Elon Musk. Ovviamente, le auto più vendute sul suolo europeo continuano ad essere le Tesla, come conferma la leadership indiscussa della Model Y, che è stata l’auto più venduta a livello globale lo scorso anno.

Tuttavia, ci sono molte più notizie negative che positive, con Musk che in questi mesi è stato tra le cause del crollo delle azioni del suo brand, viste le voci sulla sua vita privata. Insomma, sul brand Tesla ci sono molti dubbi e poche certezze, anche se l’obiettivo è quello di vendere sempre più auto e, soprattutto, quello di rendere le elettriche più popolari per tutti.

In Germania, luogo dove nascerà la nuova Model 2 da 25.000 euro, è scoppiato però un problema non da poco, che rischia di provocare gravi danni nel breve termine. Andiamo a vedere il motivo per il quale la produzione è stata fermata e quali possono essere le giuste contromisure ad una situazione di vera e propria emergenza.

Tesla, ecco cosa è accaduto in Germania

Prosegue il periodo nero per la Tesla in Germania, paese nel quale è situata l’unica Gigafactory in Europa, alle porte di Berlino. Qualche settimana fa, la compagnia di Elon Musk ha deciso di effettuare tra gli abitanti dei paesi limitrofi un referendum, nel tentativo di capire se la popolazione fosse favorevole o meno all’ampliamento dell’impianto, e la risposta di chi vive in questa zona è stata chiaramente negativa.

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Tesla Model Y in mostra (ANSA) – Derapate.it

Per questo motivo, il colosso che produce auto elettriche sta cercando dei nuovi paesi in cui investire, e dopo le tante voci che l’hanno avvicinato alla Spagna, che non hanno mai avuto riscontri positivi, si parla anche dell’Italia, ma tutto è ancora da verificare. Il sito di produzione di Berlino ha dovuto interrompere la produzione per via di un blackout, che ha costretto anche i vertici ad evacuare l’impianto. C’è stato un momento di grossa concitazione nella mattinata di martedì, a causa di quello che è accaduto a poche centinaia di metri dal centro di produzione.

Infatti, il guaio è da attribuirsi all’incendio di un traliccio nella zona di Gossen-Neu Zitta, che è avvenuto alle 5 del mattino, e che ha provocato questo trambusto. Secondo quanto è stato riferito da diverse agenzie di stampa locali, il problema è da attribuirsi a questo guasto, ma ci sono diversi dubbi sull’entità dell’incendio. Il dubbio è venuto subito fuori, e tutti si sono questi se fosse dovuto ad un malfunzionamento, o se ci fosse di mezzo un qualcosa di doloso.

Infatti, le autorità stanno indagando in ogni direzione possibile perché non può essere escluso che tutto sia stato fatto di proposito. Secondo alcune indiscrezioni, si parla anche di attivisti ambientali, che non fanno distinzioni e non salvano dalle loro malefatte la Tesla, che costruisce solo auto elettriche, ed il tutto sarebbe stato fatto proprio come atto di protesta verso la decisione della casa texana di voler ampliare l’impianto tedesco. Al momento, come avrete capito, è impossibile dare una lettura più chiara della situazione, che va monitorata minuto per minuto.

Come detto in precedenza, la Tesla ha voluto effettuare un referendum per capire le volontà dei cittadini sull’espansione, che ha dato esito negativo. Tuttavia, qualcuno vorrebbe comunque procedere con i lavori, e questo potrebbe aver scatenato le ire degli ambientalisti. Di certo, lo stop alla produzione, anche se momentaneo, può causare perdite di tempo e danni economici molto gravi, motivo per il quale la situazione andrà monitorata minuto per minuto.

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