Auto elettriche, ora è allarme: ecco cosa sta accadendo in Italia

Le auto elettriche saranno anche il futuro, ma per ora non rappresentano il presente in Italia. I numeri accertati mettono in mostra una crisi prevedibile.

Il mercato delle EV non decolla alle nostre latitudini e le ragioni sono svariate. Rispetto ad altre realtà europee non vi sono delle infrastrutture pubbliche che consentono ancora una diffusione massiccia. Chi ha acquistato una vettura alla spina, ad oggi, è costretto ad adattarsi alle esigenze del mezzo. La logica “early adopter”, alla lunga, non potrà funzionare in larga scala.

Auto elettriche (Adobe Stock)
Auto elettriche (Adobe Stock)

La scommessa dell’elettrico è stata accolta con entusiasmo dai possessori, generalmente, di altri veicoli che possono consentirsi un impegnativo esborso di danaro. La tecnologia ha un costo elevato e se una Smart Fortwo alla spina, parte da oltre 25.000 euro, è scontato che vi sia un grosso problema. Il periodo attuale è dei peggiori per pensare ad una transizione di tale portata. Dopo 3 anni di pandemia che hanno messo in ginocchio milioni di persone, sono arrivati dei clamorosi rincari energetici che hanno reso ancor più complicate le cose. Ricaricare con la rete domestica una vettura elettrica non è così conveniente come qualche anno fa.

Gli automobilisti, inoltre, hanno molti patemi sulla tecnologia a ioni di litio, dovendo cambiare il proprio stile di guida. Un’auto a batteria risulta più pesante e si fa preferire solo per una straordinaria ripresa nei primi metri, ma nel misto non c’è paragone. I pochi risparmiatori che hanno da parte una somma importante per acquistare una EV, certamente, non sono ragazzi. Si è partiti dal presupposto che adulti, abituati a potenti motori a combustione, dovessero abbracciare uno spirito ecologico ed investire somme consistenti per delle auto alla spina. Chi ha guidato, per una vita, berline, sportive o anche supercar termiche, è restio a fare un clamoroso passo indietro.

Nonostante le performance di alcuni modelli elettrici siano in linea con gli esemplari termici, il sovrapprezzo non facilita la vendita. Nelle curve, poi, tra una supersportiva a batteria e una a benzina si nota ancora una marcata differenza, a vantaggio della precedente generazione. Come avrete intuito i problemi sono svariati e se gli italiani fanno fatica ad arrivare a fine mese, in una morsa di spese crescenti, l’auto a batteria può passare anche in secondo piano, per non dire in terzo o quarto.

I buoni propositi green, tra l’altro, in modo beffardo sembrano passare solo per le decisioni del Vecchio Continente. Paesi come la Cina continuano ad inquinare in larga scala, molto più degli altri, e stanno avendo un boom clamoroso, proprio grazie al vantaggio sui componenti. La scelta di stravolgere il mondo dei trasporti in Europa, puntando su veicoli elettrici, pare sempre meno logica. Di sicuro non è tempestiva e solo dei politici che non conoscono il nostro tessuto sociale possono aver avallato certe scelte dall’alto. Secondo una ricerca di qualche tempo fa di OurWorldinData, il settore dei trasporti contribuisce al 16,2% delle emissioni su scala globale.

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Se tutto il mondo rinunciasse a mezzi con motori termici rimarrebbe un problema di inquinamento pari al 83,8%. Se ne parla poco, ma non è un caso che l’Italia abbia il parco auto più vetusto d’Europa. Se il costo delle vetture “del futuro” continuerà, inoltre, a crescere a dismisura, l’acquisto di un’auto diventerà un vero lusso. La fascia media sarà penalizzata. In Italia si rischierà l’effetto Havana. Se siete stati a Cuba avrete già intuito la cartolina con una minima parte della popolazione su auto moderne e il resto su vetture vecchissime.

Essendo davanti ad un’industria automobilistica nuova, brand come Google, Uber, Xiaomi si sono già lanciati nel mercato delle EV. A parità di smartphone su quattro ruote le persone, sommerse di debiti, sceglieranno l’auto più economica. In sostanza si sta facendo un piacere alla Cina e ai major internazionali emergenti, con il rischio di perdere centinaia di migliaia di posti di lavoro nel Vecchio Continente. Le auto elettriche, oltre che care, sono anche spersonalizzanti, essendo sempre più simili. Quali sono le auto più vendute del 2022? Tante sorprese.

L’Europa sta andando a due velocità e vi sono Paesi che hanno sposato con entusiasmo la transizione. Nel Vecchio Continente vi è una crescita omogenea delle EV (Germania 167.000; Gran Bretagna 115.000; Francia 93.000; Svezia 40.000). Nei primi sei mesi del 2022 in Italia, invece, la flessione è stata del 17,6% rispetto al 2021. La quota di penetrazione del mercato si è sostanzia al 3,7%, con un crollo di immatricolazioni di auto elettriche. Auto elettriche, resistono al freddo? Ecco quali sono le migliori.

L’unico appiglio sono gli ecobonus, ma nonostante gli incentivi il mercato nostrano è in rosso. Il potere d’acquisto è ai minimi storici e il prezzo delle vetture è considerato esorbitante. I dubbi sul mercato dell’usato, inoltre, non facilitano il passaggio all’elettrico. La minacciosa dead line del 2035, con lo stop della vendita delle auto con motore termiche, sembra un orizzonte lontano, ma 12 anni passano in fretta e l’Italia rischia di essere, almeno in alcune aree, la Cuba d’Europa.

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