Alberto Ascari, tragedia inquietante: ecco cosa accadde

La figura di Alberto Ascari è stata una delle più iconiche nella storia della F1, per questo la sua morte ha sconvolto tutta una nazione.

Ci sono dei piloti che sono stati in grado di scrivere pagine memorabili nella storia della Formula 1, con l’Italia che da troppo tempo ormai non ha più un grande campione del mondo, per questo motivo è bellissimo avere l’opportunità di omaggiare una leggenda assoluta come Alberto Ascari.

Alberto Ascari (ANSA)
Alberto Ascari (ANSA)

Ci sono dei campioni che sono davvero immortali, personaggi che hanno saputo entrare nel mito non soltanto per le loro vittorie, ma anche per ciò che hanno saputo testimoniare nella storia delle quattro ruote.

Erano in tanti a essere convinti agli inizi della propria carriera che Alberto Ascari fosse solamente un raccomandato che veniva lanciato nel mondo dei motori solamente in ricordo del mito di suo padre Antonio.

Se Alberto infatti è stato uno dei pionieri della Formula 1, Antonio lo è stato dei piloti in generale, con le sue gare tra gli anni ’10 e gli anni ’20 che sono state eroiche, prima della tragica morte in pista.

Il giovane Ascari però ha dimostrato di poter raccogliere la pesantissima eredità del padre, riuscendo fin da subito a meritare delle importanti chiamate in pista, con Enzo Ferrari che vide in lui l’uomo giusto per poter fare ripartire la leggenda del Cavallino dopo la Seconda Guerra Mondiale.

È vero infatti che la Scuderia nacque ufficialmente al termine della Guerra, ma già in precedenza aveva avuto modo di poter presentarsi nel mondo delle corse come una Scuderia sotto l’ala protettrice dell’Alfa Romeo.

Alberto Ascari divenne fin da subito un elemento essenziale per la rinascita della Rossa, con i primi Mondiali che resero subito omaggio al suo grandissimo talento, nonostante ci fosse una favolosa Alfa Romeo che vinse i primi due titoli con Nino Farina e Juan Manuel Fangio.

I titoli di Ascari, la Lancia e la morte: una leggenda

Nel 1952 la Ferrari però aveva finalmente l’opportunità di poter presentare una monoposto di grandissimo livello, tanto è vero che Alberto Ascari riuscì a vincere il suo primo titolo mondiale sbaragliando la concorrenza.

Fu un vero e proprio dominio anche il bis iridato nel 1953, con il fenomeno lombardo che dunque divenne il primo pilota della storia a vincere più di un titolo mondiale.

L’idillio d’amore sembrava dover essere eterno, ma in realtà alla fine di quella stagione Ascari aveva bisogno di nuove esperienze e di nuovi stimoli, per questo motivo decise di accettare la faraonico offerta della Lancia.

La casa piemontese ci mise però un anno per poter completare la sua straordinaria vettura, infatti si andò così all’esordio nel 1955, con Ascari che era uno dei grandissimi favoriti assieme alla Mercedes di Juan Manuel Fangio.

La stagione era iniziata da poco, con Alberto che ormai era completamente fuori dal mondo Ferrari, ma il suo cuore era ancora rosso e dunque non riuscì in alcun modo a dire di no all’amico Luigi Villoresi per passare dalle parti di Monza per provare la nuova 750.

Una vita intera a darsi battaglia in pista e la morte arrivò semplicemente durante una semplice esibizione in allenamento con degli amici, con la Ferrari 750 che ebbe un problema ai freni e Alberto Ascari si schiantò tragicamente perdendo la vita sul colpo.

Furono del tutto irrilevanti i tentativi di rianimarlo all’ospedale San Gerardo di Monza, perché quel giorno l’Italia intera piangeva la morte di quello che ancora oggi è l’ultimo campione del mondo in Formula 1 nella storia del Belpaese. La cosa inquietante è che perse la vita a 37 anni esattamente come il padre. Inoltre, ancora oggi, non sono state ben chiarite le cause del suo incidente.

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