F1, Imola e le sue tante tragedie: chi è morto su questa pista

Imola è tornata nel calendario di F1 nel 2020, ma nel suo passato ci sono stati eventi drammatici. Ecco i più tristi e famosi.

La storia della F1 è caratterizzata da imprese leggendarie e pagine di storia scritte e riscritte, ma anche da tanti episodi drammatici che non verranno mai dimenticati. La sicurezza è nettamente migliorata negli ultimi anni, anche se la tragedia di Jules Bianchi di Suzuka 2014 ci ha insegnato che, quando si va a queste velocità, la fatalità è sempre dietro l’angolo.

F1 Ayrton Senna è morto ad Imola (ANSA)
F1 Ayrton Senna (ANSA)

Il mondo della F1 è entrato in una nuova era a partire dal 1994, a causa di quello che accadde nel fine settimana del Gran Premio di San Marino, disputato sul tracciato di Imola. In quei giorni di piena primavera, sulle tribune del tracciato situato sulle rive del Santerno c’era un’atmosfera festosa, quella tipica dell’estate che sta per arrivare.

A partire da quei giorni, nulla sarebbe stato più come prima, ma c’è da dire che il sacrificio di coloro che sono scomparsi in quel frangente ha poi dato un senso del tutto diverso a quello che sarebbe arrivato nel futuro. Ecco cosa accadde in quei drammatici giorni di piena primavera ad Imola.

F1, il drammatico week-end di Imola del 1994

La F1 moderna è iniziata subito dopo il terribile week-end del Gran Premio di San Marino del 1994, quando morirono Roland Ratzenberger ed Ayrton Senna sul tracciato di Imola. Quella stagione fu caratterizzata dal passaggio del grande brasiliano, già tre volte campione del mondo, al volante della Williams-Renault, la vettura di Adrian Newey che aveva dominato il biennio precedente con Nigel Mansell ed Alain Prost, iridati rispettivamente nel 1992 e nel 1993.

Tuttavia, le regole nel 1994 cambiarono e vennero vietate le sospensioni attive, vale a dire il grande segreto che aveva permesso al team di Grove di fare la differenza sugli avversari. Senna, infatti, si trovò in difficoltà sin dai test invernali, mentre emerse un nuovo rivale, vale a dire Michael Schumacher sulla velocissima quanto inattesa Benetton-Ford, già cresciuta negli anni precedenti.

Il tedesco vinse le prime due gare, in Brasile e ad Aida, in Giappone, nel Gran Premio del Pacifico, mentre Ayrton dovette ritirarsi in entrambi i casi. Ciò portò il futuro Kaiser di Kerpen a 20 punti su 20 disponibili, mentre Senna era fermo a zero. Questo rese l’appuntamento di Imola decisivo, perché se non fosse arrivato l’atteso riscatto, si poteva parlare di mondiale chiuso.

La tre giorni di Imola avrebbe cambiato per sempre la F1, ed è proprio ciò che accadde già a partire dal venerdì di prove libere. Alla Variante Bassa, durante le prove libere, il giovane Rubens Barrichello volò fuori pista a bordo della Jordan-Hart, cappottandosi e rischiando seriamente la vita.

Senna si precipitò al centro medico per valutare le sue condizioni, ma fortunatamente il suo connazionale se la cavò con qualche frattura ed un brutto spavento. Tuttavia, la dea bendata era pronta a voltare le spalle alla massima serie automobilistica, ed è ciò che accadde a partire dalle qualifiche del sabato pomeriggio.

La Simtek-Ford di Ratzenberger si schiantò a circa 314 km/h contro il muretto della curva Villeneuve, che all’epoca non era una chicane come oggi, ma una piega da percorrere in pieno, e per il pilota fu subito chiaro che ci sarebbe stato poco da fare. L’austriaco perse tantissimo sangue nello schianto, venendo trasportato in elicottero all’Ospedale Maggiore di Bologna.

La morte sopraggiunse poco dopo, e lo stesso Senna fu uno dei più scossi dalla tragedia. Il brasiliano decise di prendere parte alla gara, scattando dalla pole position, infilando una bandiera austriaca all’interno del suo abitacolo, con la speranza di sventolarla a fine corsa dopo aver vinto la sua prima gara stagionale.

Tuttavia, il destino del brasiliano era ormai scritto, ed al settimo giro della gara, alle 14:17 di domenica primo maggio 1994, la sua Williams si schiantò contro il muretto del Tamburello. Poco dopo si scoprirà che era avvenuto un guasto allo sterzo, che fece partire la vettura per la tangente, perdendo ogni controllo da parte del pilota.

Il braccetto della sospensione anteriore sinistra si infilo tra la visiera e la parte superiore del casco, perforando il cranio di Ayrton. Dopo la botta, si ripeterono le immagini del giorno precedente, con la corsa in ospedale che avvenne tramite il trasporto in elicottero. La morte del pilota fu annunciata alle 18:40, orario in cui cambiò per sempre il destino di questo sport.

Sin dalla gara successiva si iniziò seriamente a pensare alla sicurezza, e le monoposto vennero radicalmente modificate per la stagione del 1995. Anche le piste furono riviste, soprattutto Imola che vide l’introduzione di due chicane al Tamburello ed alla Villeneuve per limitare i rischi.

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