Michael Schumacher, patrimonio astronomico: la cifra è incredibile

In carriera il sette volte iridato ha guadagnato cifre da capogiro. Oltre ad aver corso per 4 team, gli sponsor hanno garantito a Michael Schumacher entrate clamorose.

Michael Schumacher è stato un emblema, per oltre 10 anni, della Scuderia Ferrari. Il tedesco impiegò poco a mettere in mostra un talento sovrannaturale. Nelle prime qualifiche in Belgio sul circuito iconico di Spa Francorchamps debuttò al volante della Jordan. Flavio Briatore riuscì a fiutare l’enorme potenziale del giovane di Hürth e lo accolse nel team Benetton per l’annata 1992. Già dalla prima stagione i suoi risultati furono eccellenti, riuscendo ad arrivare al terzo posto della classifica piloti.

Michael Schumacher (ANSA)
Michael Schumacher (ANSA)

Nel 1994, anno della scomparsa di Ayrton Senna, Michael iniziò alla grande, vincendo i primi 4 Gran Premi e accumulando un vantaggio impressionante rispetto a tutti gli altri competitor. Ben gestito da Briatore il giovane si laureò campione del mondo. Si riconfermò sul tetto del mondo anche nel 1995. A quel punto il tedesco avrebbe potuto prendere la via di Woking oppure rimanere in un team competitivo come la Benetton. Il Kaiser fece una scelta d’orgoglio, cercando di riportare al vertice la Scuderia Ferrari. Erano anni molto complicati a Maranello. Alesi e Berger non furono in grado, a causa della poca competitività delle monoposto italiane, di competere stabilmente per le prime posizioni.

All’epoca una singola vittoria era vista come uno straordinario successo, ma la mentalità cambiò con l’arrivo del bicampione della Benetton. Michael portò con sé straordinari tecnici come Ross Brawn e Rory Byrne, ricomponendo un trio delle meraviglie. Guidati dal francese Jean Todt che aveva voluto fortemente il nord irlandese, Eddie Irvine, al fianco del tedesco, i risultati arrivarono già dalla stagione 1997. L’anno prima, debuttando su di una monoposto non all’altezza del suo talento, Michael portò a casa sole tre eroiche vittorie. Nel 97, invece, la Williams puntò forte sul figlio d’arte di Gilles e la battaglia con la Ferrari fu senza esclusione di colpi.

Alla fine i due rivali alla corona si ritrovarono a sfidarsi sul circuito di Jerez de la Frontera e la voglia di conquistare il titolo a tutti i costi giocò un brutto scherzo a Schumacher. Quest’ultimo nel disperato tentativo di non farsi superare dal contendente, colpì volontariamente la fiancata della Williams di Jacques Villeneuve, provando a causarne il ritiro. A subire i danni maggiori fu proprio la Rossa, mentre il canadese arrivò al traguardo in terza posizione, laureandosi campione del mondo. 

La stampa punì, pesantemente, l’atteggiamento antisportivo del campione tedesco che fu anche squalificato al termine di un’annata dove avrebbe meritato miglior sorte. Nel 1998, nella sfida accesissima alla McLaren Mercedes di Mika Hakkinen, a frenare le ambizioni di Michael furono gli imprevisti tecnici. Il 1999 avrebbe dovuto essere l’anno della definitiva consacrazione in Ferrari del campione di Hürth, ma le cose andarono diversamente. Il destino riservò un’altra pessima notizia ai fan della Ferrari. In Inghilterra Michael subì un grave infortunio che determinò un lungo stop. La Scuderia Ferrari si aggiudicò almeno il titolo costruttori, battendo la McLaren anche grazie all’apporto di Mika Salo, sostituto in diverse tappe di Michael.

Alla fine del campionato il Barone Rosso tornò in pista, ma il teammate Eddie Irvine fu battuto dal finlandese della McLaren. Dato l’addio al pilota nord irlandese, Jean Todt, scelse di accogliere nel team Rubens Barrichello. Da lì in avanti la Ferrari non perse più, sino al cambio epocale del 2005. Il dominio della Rossa era molto simile a quello targato Mercedes nell’era ibrida della Formula 1, ovvero Barrichello ricoprì il ruolo del fido secondo, mentre Schumacher collezionò come Hamilton record su record.

Il patrimonio di Michael Schumacher

Il Kaiser vinse 91 gare in carriera, la maggior parte seduto nell’abitacolo di una Rossa e celebrò ben 7 titoli mondiali. Negli ultimi due anni a Maranello si ritrovò di fronte uno straordinario talento che all’anagrafe corrisponde al nome di Fernando Alonso. Lo spagnolo del Renault, capitanato da Briatore, tolse la soddisfazione al 7 volte iridato di conquistare anche l’ottavo riconoscimento. Corsi e ricorsi storici. Al termine del 2006 annunciò il suo ritiro, in una emozionante press conference. L’ex F1 e l’aneddoto da brividi su Schumacher: fan a bocca aperta.

Michael tornò in pista nel 2010 su Mercedes. Senza riuscire a calarsi nella nuova realtà, anche a causa dell’età avanzata, non vinse nemmeno un Gran Premio. Per la prima volta perse il duello con un compagno di squadra, salendo sul podio nella gara di Valencia. Il talento di Kerpen, nel periodo in Ferrari, ha ricevuto circa 327 milioni di euro. Secondo Forbes, fonte sempre attendibile, il totale degli introiti del campione ammonterebbe a circa 840 milioni di euro, circa un miliardo di dollari americani.

Purtroppo parte di quel patrimonio, da 9 anni, serve alla famiglia per sostenere le sue cure. Il tragico incidente sugli sci ha condannato Michael ad una lunga degenza. Il Paddock e milioni di fan aspettano il suo completo recupero che, ci auguriamo, possa arrivare prima possibile.

Impostazioni privacy