Non c’è tregua per i lavoratori dell’industria dell’Automotive 2.0. Il crollo di vendite di Maserati ha coinvolto anche un’altra realtà industriale top.
La crisi che sta coinvolgendo la galassia Stellantis sta trascinando a fondo anche aziende che in passato facevano registrare numeri da favola. La crisi di Yazaki è strettamente legata al calo di vendite di Maserati, che secondo i dati Unrae ha immatricolato appena 2.122 vetture nel 2024. Le ragioni del crollo sono innumerevoli, ma l’immagine oggi di un brand conta più di ogni altra cosa e il modo in cui il Tridente oggi appare non ha una diretta corrispondenza con il listino.
Tutto il Gruppo Stellantis è piombato in una crisi terrificante. Quando avvenne la fusione tra FCA e PSA, nel 2021, i numeri erano molto positivi. La scelta di puntare sulla tecnologia elettrica, voluta da Tavares, ha avuto una forte incidenza sulle vendite. Sono state lanciate auto che seguivano trend green o SUV copia e incolla che non hanno più entusiasmato. E’ il caso anche delle proposte Maserati non in linea con la tradizione storica.
Dopo i licenziamenti di 400 lavoratori della Trasnova, un’azienda di logistica che ruota intorno alle operazioni del gruppo, ora tocca alla Yazaki, multinazionale giapponese specializzata nella produzione di cablaggi per l’industria automobilistica, fare i conti con la crisi. Il quartier generale dell’azienda è in Giappone, ma nel 2011 circa il 90% dei dipendenti era impiegati fuori dal Paese del Sol Levante. Si tratta di una realtà che ha quasi 100 anni di storia. L’azienda ha preso vita nel 1929 con una conduzione famigliare, iniziando a specializzarsi nei cablaggi per automobili. Dopo la seconda guerra mondiale, Yazaki continuò l’attività espandendosi all’estero dal 1974 agli anni ’90.
La crisi economica di Yazaki
Il suo principale centro di ricerca e sviluppo e la sua sede mondiale si trovano nel complesso di Susono, nella prefettura di Shizuoka. La società giapponese ha sede anche a Colonia in Germania e nel Nord America a Canton nel Michigan. Yazaki, divenuta famosa anche per aver licenziato alcuni dipendenti tramite videoconferenza nel 2021, sta ora chiudendo le sue operazioni nello stabilimento di Grugliasco, un tempo emblema dell’industria automobilistica torinese.
Sergio Marchionne puntò ad una riqualificazione con l’apertura di un hub Maserati, costato oltre un miliardo di euro per realizzare la Quattroporte e la Ghibli. L’impianto del Tridente oggi ha chiuso i battenti. L’exit di Carlos Tavares, CEO di Stellantis, ha creato ulteriori problemi, compresa la recente scelta di Yazaki di licenziare 52 dei suoi 75 dipendenti a Grugliasco. Le operazioni residue saranno trasferite nello stabilimento di Pastorano, in provincia di Caserta. L’utile lordo dell’azienda nipponica è passato da 17,5 milioni di euro nel 2023 a 11,4 milioni nel 2024, con una perdita ante imposte di 5,4 milioni rispetto all’utile di 11 milioni dell’anno precedente. La perdita netta si attesta, invece, a circa 1,5 milioni di euro. Numeri a ribasso anche per l’intero Gruppo Stellantis.