MotoGP, Marc Marquez distrutto e si torna sul 2015: “Non lo sopportano più”

La MotoGP ha corso con una griglia decimata in quel di Termas de Rio Hondo, e Carlo Pernat torna sul tema sicurezza e su Marc Marquez.

La stagione di MotoGP targata 2023 è scattata tra le polemiche più atroci, visto quello che è successo a Portimao nel corso della gara domenicale. Marc Marquez è l’uomo che è finito nell’occhio del ciclone per via della tamponata rifilata a Miguel Oliveira, ovvero il portoghese idolo locale.

MotoGP, Marc Marquez (LaPresse)
Marc Marquez (LaPresse)

Per via di quel contatto, entrambi hanno saltato il fine settimana di Termas de Rio Hondo, e dovrebbero rientrare tra meno di due settimane ad Austin. Va detto che, considerando la dinamica dell’impatto, le cose sono andate molto meglio di come poteva andare realmente, visto che la Honda di Marquez è praticamente saltata addosso al pilota portoghese del team RNF di casa Aprilia.

Per quanto accaduto, alla leggenda della MotoGP è stato rifilato un doppio long lap penalty, che dovrà scontare ad Austin dopo il caos che c’è stato a seguito della sua assenza in Argentina. Infatti, la Honda ha fatto ricorso contro la decisione di posticipare il long lap al Texas, con una mossa che non è stata di certo apprezzata dai rivali e dagli appassionati in generale.

MotoGP, parole pesanti da parte di Carlo Pernat

Carlo Pernat è uno dei personaggi più influenti del mondo della MotoGP, e quando parla lui c’è sempre una grande attenzione. Infatti, il genovese è sempre schietto, uno di quegli uomini che con il mondo odierno c’entra poco o nulla. In un’intervista concessa a “Tuttosport“, l’esperto del Motomondiale non si è di certo smentito.

Pernat ha duramente attaccato l’appello che è stato deciso in casa Honda: “Ognuno ha il diritto di fare quello che vuole, ma il fatto che Marquez e la Honda abbiano fatto appello contro la penalità dimostra tutta la loro antisportività. Spero che questa volta la Dorna non accetti di scendere a compromessi, perché se la decisione diventa frutto della politica e non è sportiva, meglio restare a casa“.

Ancor più duro è stato il suo giudizio sulle modalità di guida dell’otto volte campione del mondo: “I fischi di Portimao sono stati emblematici, era come stare a San Siro durante una partita di Champions League. C’era uno stadio contro Marquez. I piloti non lo sopportano più per quanto accaduto con Valentino nel 2015, Marquez ha infranto le regole non scritte che ci sono tra piloti“.

Pernat ha poi concluso il discorso legato a Marquez lanciando la sua ultima bordata, affermando che questo sport era migliore quando il nativo di Cervera era assente per infortunio: “Senza di lui, la MotoGP era diventata più tranquilla. Già prima non era molto corretto, ora osa e se continua così c’è il serio rischio che prima o poi uccida qualcuno“.

Lo storico manager si schiera contro le Sprint Race

La MotoGP è uno sport che è diventato molto differente da quello che conoscevamo, e nel 2023 sono state inserite le Sprint Race. Esse hanno subito prodotto risultati non eccezionali, con Enea Bastianini che si è fatto male a Portimao, rimediando la frattura della scapola, mentre Joan Mir si è beccato una commozione cerebrale a Termas de Rio Hondo.

Carlo Pernat ha detto la sua anche su questo argomento, che di certo resterà molto discusso anche in futuro: “Le Sprint Race sono una sorta di cambio di epoca per la MotoGP, un qualcosa che è stata fatta per attirare di nuovo i tifosi dopo il ritiro di Valentino Rossi, ma sono nate molto male. Prima di tutto, la Dorna non ha consultato i piloti sull’argomento per la smania di fare le cose con troppa fretta“.

Marc Marquez (Ansa Foto)
Marc Marquez (Ansa Foto)

Un fattore da non sottovalutare è quello legato all’aspetto economico, con i piloti che per il momento non stanno ricevendo compensi ulteriori per la partecipazioni alle “garette” del sabato: “Questo ha portato allo sviluppo di molti problemi, ed il primo era legato ai soldi. Le Sprint Race non erano previste nei contratti, ed i costruttori non hanno intenzione di pagare la gare in più. In questo, i piloti sono sciocchi, non si uniscono, sembra che siamo vicini ad una soluzione, ma poi nasce il problema di ciò che accade in pista“.

Impostazioni privacy