La Ferrari Testarossa ha qualcosa che non va: guardate cosa le fanno

Una mitica Ferrari Testarossa è stata restaurata, dopo aver accumulato un nel po’ di polvere. Si tratta di una della Ferrari migliori della storia.

Se pensate al marchio fondato da Enzo Ferrari, la Testarossa è tra le vetture più iconiche che sono uscite dalla fabbrica di Maranello. Un simbolo di un epoca meravigliosa, comunemente inquadrata nei film d’azione degli anni ’80. Quel momento storico irripetibile ci ha portato in dote una vettura fantastica che, nel 1984, lasciò tutti a bocca aperta.

Ferrari Testarossa (Adobe Stock - YouTube)
Ferrari Testarossa (Adobe Stock – YouTube)

In occasione del Salone dell’automobile di Parigi, la Ferrari presentò l’erede della 512 BB. La vettura, progettata dall’azienda Pininfarina, incuriosì il pubblico per delle trovate uniche. Sul piano estetico era un netto passo in avanti rispetto ai precedenti modelli della casa, pur conservando molti elementi meccanici del passato. La Testarossa sembrava disegnata dal vento, con quelle vistose feritoie laterali.

Se per una parte della critica ritenne la Ferrari un po’ troppo volgare, distante dai parametri di eleganza stilistica delle precedenti figlie del Drake, la maggioranza apprezzò quel tocco di sportività in più. Già il nome dell’auto diede di per sé un’immagine epica. Le coperture delle camme motore, dipinte di rosso, sfoggiate dai motori a 12 cilindri, misero in mostra il carattere distintivo dell’emblematica Testarossa. La cosa paradossale è che le migliori idee nascono da esigenze particolari.

La legislazione sulla sicurezza americana, ai tempi, non consentiva alle prese d’aria di essere lasciate aperte. I progettisti ebbero l’idea di creare le famose griglie per ridurre al minimo le prese laterali. A quel punto la vettura fu rivista sul piano aerodinamico, con un coefficiente di resistenza di 0,36. Non necessitava di uno spoiler vistoso, come ad esempio la Lamborghini Countach, che aveva un Cx di 0,42.

Un mostro di potenza

Per la Testarossa fu scelto un motore 12 cilindri a V di 180°, posto in senso longitudinale da 4.9 L (4.943 cc) ad aspirazione naturale. Un’auto rivoluzionaria per l’epoca, con una larghezza di 1.976 mm, oltre ad un aumento del passo di circa 64 mm a 2.550 mm rispetto alla progenitrice. 390 cavalli (287 kW) a 6.300 giri/min, con la coppia massima di 490 Nm è 4.500 giri/min, erano per cuori forti. Senza elettronica, occorreva un grande manico per portare al limite la supercar.

La Testarossa percorreva lo 0 a 100 km/h in 5,3 secondi, un dato clamoroso per un’auto di quasi quaranta anni. E’ pur sempre una indomabile Ferrari, che, grazie ad una top speed di 290 km/h, rientrava tra le auto più veloci al mondo. Purtroppo vi erano anche dei difetti, come la scarsa visibilità. Ai tempi non c’erano telecamere, quindi occorreva sapersi destreggiare con uno specchietto retrovisore nella mezzeria del montante sinistro del parabrezza.

La vettura non era stata concepita per il traffico delle grandi città. In seguito fu introdotto un altro specchietto retrovisore dal lato passeggero per rendere più sicuri gli automobilisti. In caso di sorpassi c’era un brivido extra. Tutte le versioni della Testarossa erano disponibili con un cambio manuale a cinque marce montato sul posteriore. Negli anni ’80 l’auto costava 178 milioni di lire, oggi vale molto di più del corrispettivo in euro. E’ il caso anche di questa Porsche non lavata per 7 anni: guardate che le succede. Date una occhiata anche a questa Audi sporchissima.

Una Ferrari Testarossa sotto i ferri

I tecnici di I AM Detailing sono partiti da un lavaggio approfondito della carrozzeria. L’auto era rovinata dall’usura. Con grande pazienza hanno pulito l’esterno con grande attenzione. La ripresa di dettagli che il tempo ha logorato è uno degli aspetti più entusiasmanti del video. Osservate anche le griglie e come vengono trattati i cerchioni. Può sembrare un lavoro alla portata di tutti, ma occorre una mano esperta per non combinare un disastro.

Per levigare la carrozzeria sono stati fissati degli imballaggi con lo scotch. Il contrasto tra il rosso e il nero è fantastico. Gli interni sono stati spolverati con un aspirapolvere e puliti con dei prodotti specifici. Dalla pelle al pomello del cambio, ogni centimetro, della supercar di Maranello è stata rimessa a lucido. Non vi anticipiamo nulla sul “dry ice cleaning”, mettetevi comodi e ammirate una bellezza iconica.

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