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MotoGP

Moto2, il dato sulla velocità è folle: ecco a quanto vanno

Published by
Francesco Domenighini

Le Moto2 stanno crescendo in quanto a motore e velocità, con alcuni picchi davvero considerevoli che sono stati raggiunti negli ultimi anni.

Con il passaggio alle attuali tre categorie, il MotoMondiale ha vissuto un cambiamento epocale nel 2010. La Moto2 ha avuto uno sviluppo incredibile nell’ultimo periodo, infatti ha potuto così dare vita a delle vetture sempre più prestazionali e in grado di raggiungere pazzesche velocità.

Moto2 velocità (LaPresse)

Partiamo subito con il dire qual è l’attuale record che è stato stanziato dalle Moto2, con il migliore di tutti che è stato un orgoglio italiano. Si tratta infatti di un primato che ha saputo trasformare in realtà l’ottimo Nicolò Bulega, un giovane che con la sua Kalex nel 2019 scrisse la storia al Mugello.

Quel giorno infatti ebbe modo di poter trascinare la sue due ruote fino a un pazzesco e incredibile apice di ben 300,6 km/h, numeri che fanno girare la testa. Bulega dunque è stato il primo pilota a superare i 300 km/h con una Moto2 dimostrando come gli sviluppi stiano funzionando.

Nonostante siano ancora moltissimi coloro che sono convinti che la Moto2 attuale sia la stessa in tutto e per tutto della vecchia Classe 250, purtroppo per loro non è così. Queste infatti sono delle vetture che hanno una cilindrata non più di 250, ma bensì di 765, migliorandosi ancora rispetto al passato.

Una delle grandi innovazioni è derivata proprio dall’ultimo cambiamento, ovvero quello legato al 2019, una stagione che permise così di adottare il nuovo motore Triumph, al posto di quello Honda.

La Moto2 cambia: dalla Honda al Triumph grandi risultati

Il passaggio al motore Triumph è stato sicuramente uno straordinario passo in avanti per le Moto2, delle vetture che hanno avuto modo anche di accrescere il numero dei cavalli. Il cambiamento è derivato dal fatto che si doveva creare delle moto che avessero una cilindrata superiore.

Attualmente dunque siamo a motori da 3 cilindri e da 765 di cilindrata, ma con la variante giapponese si arrivava a un motore da 4 cilindri e con una cilindrata dai 600. Il risultato dunque era di avere delle moto più agili, ma decisamente meno potenti.

Questo cambiamento è derivato dal fatto che si doveva assottigliare quanto più possibile la forbice tra la Moto2 e la MotoGP. In questo modo i giovani piloti avrebbero avuto un minore stacco tra una categoria e l’altra.

Siamo ancora ben lontani dal massimo di velocità che può toccare una MotoGP, con la sua potenza che la dà modo di arrivare addirittura fino a 361 km/h, il record stabilito sempre al Mugello da Jorge Martin, ma comunque è un netto passo avanti.

Pensate infatti che per potenza delle moto, la vecchia Classe 250, quella che era la seconda classe per importanza, ora è praticamente il corrispettivo delle Moto3. Un balzo in avanti importante che dimostra come nel MotoMondiale si siano fatte le cose sempre più in grande.

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