Marquez, il suo racconto è drammatico: ecco a cosa ha pensato

Reduce da tre anni complessi, Marquez sogna di rinascere come la fenice. Ma l’incubo dei problemi fisici è ancora vivo. Ecco il suo racconto.

Abituato a cadere e rialzarsi senza soluzione di continuità, lo shock che può aver provato Marc Marquez quando a luglio 2020 sul circuito di Jerez de La Frontera si infortunò in maniera importante, lo possiamo soltanto immaginare. All’improvviso, lui che si credeva imbattibile e indistruttibile, si è trovato con le ossa letteralmente rotte all’inizio di una nuova stagione che praticamente non potrà disputare.

Il pilota Honda HRC Marc Marquez
Il pilota Honda HRC Marc Marquez (Ansa Foto)

Capace di rientrare a spot nelle due annate successive, vincerà tre GP nel 2021, al Sachsenring, ad Austin e a Misano e salirà complessivamente sul podio in due occasioni, ad Aragon nel ’21 e nel Mondiale successivo a Phillip Island. Non certo un ruolino di marcia in linea con gli standard a cui ci aveva abituato.

Non a caso, provando a descrivere quanto  gli è accaduto, il #93 ha dichiarato di essere “sceso all’inferno”. Un crollo totale da cui però è quanto mai determinato a risalire già nel 2023.

Marquez vuole la gloria

Lo aveva detto ad anno nuovo appena cominciato e lo ha ripetuto ora che siamo alla vigilia dell’apertura della stagione della MotoGP.  Per il Cabroncito esiste solo un obiettivo. Il successo. Anche se la Honda che ha preso in mano durante i test della Malesia e del Portogallo non è stata particolarmente confortante da questo punto di vista..

Voglio vincere, ma devo essere anche realista. L’ho imparato quando correvo con le limitazioni per i problemi del braccio e non potevo guidare come volevo“, ha confidato al quotidiano El Mundo. “Allora dovevo fissarmi target concreti, perché altrimenti avrei accumulato frustrazioni in serie, con il rischio di veder scemare le motivazioni. Ecco perché bisogna procedere un passo alla volta“.

Anche solo a sentirlo così sembra un pilota lontanissimo da quello dei momenti gloriosi, quando ammazzava i campionati e pare inavvicinabile. E forse, effettivamente è proprio così. Con la salute non si scherza e nel suo caso, oltre ad averlo tradito dopo una scivolata, ci ha pensato pure la diplopia, quel disturbo della vista che porta a vedere doppio.

Su Google ho cercato spesso quella malattia. Le fratture si ricompongono, mentre lei è durissima da affrontare, anche in prospettiva futura. Non avere una visione adeguata ti limita e ti condiziona. Per me era diventata un’ossessione e mi ha portato persino a pensare al ritiro“, ha confessato tranquillizzando però i suoi tifosi. La passione per le due ruote è troppo forte, per essere messa a tacere.

Il pensiero del ritiro, l’importanza della famiglia

Il 30enne ha poi condiviso i suoi attimi di debolezza e di scoramento, come quando si chiedeva insistentemente come mai la vita gli avesse voluto fare d’un tratto lo sgambetto.

Analizzando in maniera più fredda avevo concluso che tutti i rischi corsi mi avevano portato a raccogliere molto. Ma dopo il GP d’Indonesia, con l’ennesimo ko, sono andato dai miei cari e gli ho esposto i miei dubbi sulla permanenza nel motomondiale. Quello è stato il momento peggiore. Comunque è superato“, ha raccontato condividendo un altro dettaglio.

Quello riguardante il confronto con il nonno che in più di un’occasione lo ha incentivato a lasciar perdere e a dedicarsi ad altro, avendo già guadagnato abbastanza da potersi permettere un altro genere di esistenza. Ben diverso invece, l’atteggiamento dei genitori, più aperti al suo rientro in gruppo. “Loro sanno che correre è ciò che amo fare. Mi vedono felice e anche loro lo sono. Quando soffrivo, sono stati male pure loro. E’ stata dura per entrambi, ma la loro positività mi ha spronato ad andare avanti“, ha rimarcato.

Sarà un’altra stagione da dimenticare?

Carico a palla e apparentemente in forma, l’otto volte ha dovuto però scontrarsi con una RC213 V che difficilmente lo porterà verso i traguardi ambiti, almeno non in tempi brevi. Le ultime prove generali che si sono svolte a Portimao, non hanno dato i risultati sperati e anche le novità portata dalla Casa nipponica non hanno soddisfatto a pieno il rider di Cervera.

Siamo ancora lontani da quello che possono fare i migliori, ma sono stato costante e ho capito come essere veloce sul giro secco“, la sua disanima. “Non è comunque il  momento di arrabbiarsi. Cominciare con il morale basso, non aiuta di sicuro“, ha cercato di farsi coraggio da solo, consapevole delle criticità che lo attendono.

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