In un documentario a lui dedicato Marquez non risparmia frecciate agli altri piloti, rei di averlo abbandonato. Ma c’è una eccezione.
Lo possiamo dire senza ombra di dubbio. Quello che Marc Marquez ha vissuto da luglio 2020 è stato un vero e proprio calvario. La caduta rimediata a Jerez de La Frontera, poteva costituire una delle tante che hanno costellato la sua carriera. Ed invece, sfortunatamente per lui, si è rivelata molto di più. Nulla da quel momento in avanti, è più stato come prima. Costretto ad assentarsi per buona parte delle ultime tre stagioni, tra recidive all’omero destro e diplopia, un problema in più che certo non ci voleva, lo spagnolo oggi sembra essere pronto al rientro vero e proprio.
Il suo 2023 dovrebbe essere, almeno sulla carta, senza soste. Questo anche grazie all’ultima operazione della scorsa primavera, effettuata proprio per essere definitiva.
Ma come hanno preso gli altri centauri la sequela di sventure toccate all’otto volte iridato? Si sono mostrati solidali? Vicini? A quanto pare null’affatto. Solamente uno dei corridori in griglia, avrebbe dato prova di un briciolo di empatia.
Marquez si sbottona, cosa è successo
Come confidato dallo stesso #93 nel documentario “All In”, l’unico interessato al suo stato di salute sarebbe stato Aleix Espargaro. Il portacolori dell’Aprilia sarebbe stato uno dei pochi ad andarlo a trovare nel suo periodo di convalescenza. Mentre neppure un minimo interessamento sarebbe arrivato dal fratello Pol, tra l’altro suo compagno di marca alla Honda HRC.
“Anche se condividiamo il garage non si è mai visto” , ha affermato tranchant, probabilmente offeso dall’atteggiamento non curante del 31enne. “Non che pretendessi che venissero tutti, ma di certo non credevo nella visita di Aleix quando sono tornato in pista. Mi ha veramente commosso. E pure Fabio Quartararo mi ha espresso vicinanza“.
L’abbraccio del connazionale lo ha spronato a passare sopra al dolore. Non va dinmenticato che nonostante l’intervento chirurgico il rider di Cervera era rientrato per prendere parte agli ultimi cinque round della MotoGP , salendo addirittura sul podio in Australia.
Tornando al rapporto con gli altri protagonisti della classe regina del motomondiale, l’iberico ha dichiarato di sapere da chi può ricevere supporto. Chi gli vuole bene e chi invece lo mal sopporta. “Per fortuna non sono molti quelli che mi augurano il male, ma sicuramente qualcuno c’è“, ha buttato lì. E Valentino Rossi, suo grande rivale, come si è comportato? Si è fatto sentire prima che partisse per gli States per affrontare la sua quarta operazione al braccio? Assolutamente no. “Ma questo già lo sapevo“, ha chiosato laconico e per nulla stupito dall’assenza del pesarese, ormai lontano dalla dimensione due ruote, essendo impegnato nelle quattro.
L’annata che partirà a fine marzo dal Portogallo si appresta ad essere molto complicata per il Cabroncito. I test invernali non hanno finora dato un buon responso. E non stiamo parlando della sua tenuta fisica, quanto della performance della RC213 V, tuttora in evidente affanno.
A novembre il marchio nipponico aveva terminato in fondo alla classifica costruttori. Un’onta per un costruttore da sempre abituato a dominare. E le criticità, come detto, non paiono essersi esaurite, anzi l’equipe ha dato l’impressione di viaggiare ancora nella nebbia.