Marko spietato con la Ferrari: lo sfottò che fa infuriare i tifosi

All’indomani del primo GP della F1 2023 in Bahrain, è arrivata la reazione, pungente, del talent scout Red Bull Marko sul ritiro Ferrari.

Provocatore nato e portatore sano della vis polemica, Helmut Marko non si è smentito neppure questa volta. D’altronde la Ferrari gli ha offerto l’occasione sul piatto d’argento e lui, ovviamente l’ha colta al volo. Conscio che anche l’ultima nata dalla matita di Adrian Newey, ovvero la RB19 è veloce ed affidabile, nonché probabilmente in grado di bissare il risultato dello scorso anno in termini di continuità di risultati con entrambe le guide, il manager austriaco ha ironizzato sulle défaillance della concorrenza. In particolare, appunto quelle del Cavallino.

Helmut Marko
Il talent scout Red Bull Helmut Marko (Ansa Foto)

A Sakhir, in occasione del primo round stagionale, la Rossa si è resa protagonista di un liscio clamoroso. Ritirata con Leclerc per noie tecniche, non si è coperta di onore neppure con Carlos Sainz, beffato dall’Aston Martin di Fernando Alonso per motivi di tenuta gomme.

Pungente come sempre il 79enne  ha gongolato per la doppietta subito piazzata in apertura di annata. “Non sono sorpreso del gap che abbiamo inflitto agli avversari“, ha affermato superbo a Motorsport.com, “Se si guardano i long run che avevamo fatto in fase di test era ovvio“.

In uno slancio di rara umiltà il plenipotenziario ha però reso merito alla Scuderia di Maranello. “Se Charles fosse rimasto in gara, il nostro margine sarebbe stato differente”, ha ammesso. “Ciò che ci ha premiato è stata la gestione degli pneumatici. Merito sia del telaio, sia grande lavoro dei nostri driver“.

Marko punzecchia la Ferrari, ecco come

Pur soddisfatto per l’immediato vantaggio accumulato, l’ex corridore di Graz ha preferito mantenere il basso profilo. Essendo quello del Bahrain un asfalto anomalo, i prossimi GP, a partire dall’Arabia Saudita, potrebbero raccontare una storia diversa. “Non è detto che sapremo replicare. Dovremo lavorare sodo per conservare il gap“, ha rilanciato.

La domanda che sorge spontanea è se abbiamo visto tutto. Ovvero, se a fronte di un certo agio dato dalle informazioni emerse dalla tre giorni di test, la vettura sviluppa a Milton Keynes, non si sia un po’ nascosta, per tendere un tranello ai rivali. I prossimi eventi ci forniranno senz’altro un’idea migliore sul suo effettivo potenziale. E su quanto si sia eventualmente tenuta nel taschino.

Il nostro chassis ha dato prova di essere di alto livello. Ciò malgrado tra le prove generali invernali e la corsa, abbiamo notato numerose differenze sul fronte bilanciamento. Questo senza aver portato delle novità“, ha messo in luce quelle che sono delle aree grigie. Venerdì i problemi maggiori. E la ragione è ancora ignota, anche perché a suo avviso, ha colpito maggiormente il team.

Risolta la pratica interna, il cacciatore di talenti ha ficcato il naso nel giardino altrui. E in coro con Sergio Perez, al termine dell’appuntamento del Golfo ha ironizzato sulla AMR23 e sulla sua vicinanza alla vecchia RB18. C’erano tre Red Bull sul podio“, ha commentato malizioso.

 E cosa dire della Ferrari che partita per fare il botto, si è trovata impantanata? Sebbene il termini di spunto effettivamente in zona Modena abbiano fatto un bel lavoro, la mancanza di solidità della macchina vanifica ogni sforzo. Creando di fatto un vulnus che gioca a favore dei competitor.

Chiamato ad individuare l’equipe più temibile da qui ad Abu Dhabi, il dr. Helmut ha asserito: “E’ difficile da dire al momento. Penso che la Mercedes migliorerà nel corso del campionato. Per quanto concerne la Ferrari, invece, ha di sicuro il propulsore più potente. Ma a cosa serve se poi non si vede la bandiera a scacchi?“, ha quindi concluso con un quesito amletico.

Impostazioni privacy