Avete mai visto l’Audi che sembra un UFO? L’auto è clamorosa

Una storia che pochi conoscono è quella dell’Audi Avus Quattro, che somiglia davvero ad un UFO. Ecco di cosa si tratta con precisione.

Nella giornata odierna, vi racconteremo una curiosità che davvero in pochi conoscono. La protagonista è l’Audi, la vettura dei sogni di tante famiglie, per via della qualità delle auto che produce, della loro eleganza ed affidabilità. La casa di Ingolstadt è ora salita alla ribalta anche per il suo arrivo in F1, che avverrà nel 2026 inglobando la Sauber, e tutti sono molto curiosi di capire come andrà a finire questa partnership e che risultati potrà produrre.

Audi (Adobe Stock)
Audi ecco la storia dell’UFO (Adobe Stock)

Tuttavia, oggi occorre effettuare un importante salto nel passato, per parlarvi di un modello che fu presentato nel lontano 1991, e che nessuno ha mai guidato, a quanto pare. Si tratta della spettacolare Audi Avus Quattro, che assomiglia ad un vero e proprio UFO, e che è divenuta famosa proprio per questo motivo.

Audi, ecco la storia della Avus Quattro che pare un UFO

L’Audi ha una storia lunghissima, che l’ha vista ottenere dei grandissimi risultati, divenendo un gigante del mercato automotive ed anche delle gare del motorsport. Conosciamo tanti modelli iconici della casa di Ingolstadt, ma ce n’è uno di cui si sa veramente poco, ma la cui storia merita l’attenzione di tutti.

Stiamo parlando della Avus Quattro, che somiglia realmente ad un UFO, e che è una concept car che venne presentata dalla casa di Ingolstadt nel lontano 1991. Considerando che dall’epoca sono trascorsi oltre tre decenni, si tratta di un modello che per quei tempi era davvero futuristico e dalle forme rivoluzionarie, una sorta di R8 dal vecchio millennio.

Per chi non lo conoscesse, il nome è un omaggio ad un tracciato storico che ora non esiste più, ovvero quello di AVUS, che si trovava a Berlino, situato su un’Autostrada che alle volte veniva chiusa al traffico per farci correre le auto da competizione, inaugurato nel 1921 e che ha conosciuto il suo apice nella prima metà del Novecento.

Il termine Quattro è invece relativo alla presenza della trazione integrale, un marchio di proprietà della casa dei quattro anelli. La presentazione ufficiale di questa concept car avvenne al Salone di Tokyo del 1991, e fece subito gran scalpore per via delle sue forme davvero singolari.

L’obiettivo era quello di creare una base per poi costruire auto che potessero dar battaglia a Mercedes e BMW, ma anche con l’Alfa Romeo, che in quegli anni stava mostrando i muscoli nel DTM tedesco. Lo stile della Avus Quattro è davvero estremo, a cominciare dalla griglia dove è alloggiato il marchio dell’Audi che è molto ristretta, così come i fari anteriori.

L’obiettivo era quello di ridurre al massimo gli ingombri per non compromettere l’aerodinamica e l’efficienza, ed è davvero caratteristico il tetto con i pannelli in vetro che lascia in bella mostra il portentoso motore W12, in grado di erogare ben 509 cavalli e di spingere la Avus Quattro sino ad una velocità massima di 340 km/h, secondo quanto dichiarato dal marchio tedesco.

Impressionante anche il retrotreno della vettura, con ben tre condotti di scarico che sfociano nella parte centrale del fondoscocca. La parte finale dell’auto è molto piatta ed allungata, con le due portiere che sono invece sollevabili ad ali di gabbiano, che danno l’accesso ad un abitacolo dotato di rivestimenti in pelle rossa ed Alcantara.

Il cruscotto è in posizione molto arretrata, soprattuto rispetto ai tempi moderni, e non c’è alcun comando sul volante, cosa che era del tutto normale considerando che parliamo di oltre trent’anni fa. Purtroppo, questa vettura non è mai stata in vendita, e non si è mai capito se anche la stessa casa di Ingolstadt l’abbia mai portata in pista o meno.

La sua caratteristica principale era il telaio progettato e realizzato con un traliccio di tubi in alluminio, stessa lega con la quale è stata realizzata la carrozzeria. In questo video, caricato dal canale YouTube Supercar Blondie“, potrete farvi un’idea dell’unicità di questo modello, un vero e proprio gioello che purtroppo non vedremo mai all’opera.

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