Ferrari, l’esperto è critico: c’è la frecciatina sulla nuova SF23

La Ferrari ha tolto i veli alla neonata SF23, che andrà a caccia del titolo mondiale. Un esperto della Rossa è deluso da un aspetto.

Il 2023 della Ferrari è finalmente iniziato, e nella giornata di San Valentino sono stati tolti i veli alla nuova SF23. Si tratta dell’ennesima speranza, e ci dobbiamo augurare tutti che questa volta sia quella giusta. L’ultimo mondiale piloti risale all’impresa di Kimi Raikkonen datata 2007, mentre il costruttori è roba del 2008, quando Felipe Massa venne però beffato da Lewis Hamilton e dalla sua McLaren nel Gran Premio del Brasile per un solo punto.

Ferrari SF23 (Ferrari)
Ferrari SF23 con Leclerc a Fiorano (Ferrari)

Da quel momento in poi, la Scuderia modenese è stata in grado di giocarsi il titolo mondiale fino all’ultimo per sole due altre volte, nel 2010 e nel 2012, in entrambi i casi grazie alla strepitosa guida di Fernando Alonso più che per la reale competitività del mezzo tecnico. Tuttavia, ad avere la meglio fu la Red Bull di Sebastian Vettel, ed il Cavallino deve far vedere a tutti che il momento delle sconfitte è terminato.

La Ferrari ha tutte le carte in regola per giocarsela dal punto di vista tecnico, ma la stessa cosa non possiamo dirla con certezza per quello che riguarda la squadra. Il cambio al vertice tra Mattia Binotto e Frederic Vasseur, infatti, non può risolvere tutti i guai, visto che gli strateghi, Inaki Rueda su tutti, sono rimasti ai loro posti. La stessa cosa vale per la squadra addetta ai pit-stop, che ufficialmente non ha cambiato formazione.

Vasseur ha detto alcune volte che prima vorrà valutare la situazione, per poi agire di conseguenza. La speranza è che i tempi decisionali siano ben più brevi ed efficaci rispetto a quelli del passato, visto che il 2022 ha portato la Scuderia modenese a fare brutte figure non degne della sua grande fama.

Ferrari, Leo Turrini e la frecciata a John Elkann

I fan della Ferrari hanno seguito con grande attenzione la splendida presentazione della SF23, ed avranno sicuramente notato una grande assenza. Stiamo ovviamente parlando del presidente John Elkann, che non ha partecipato a questo bellissimo evento, lasciando tutto nelle mani del nuovo team principal, Frederic Vasseur, e dei piloti.

Un’assenza che sicuramente non è passata inosservata e che pesa come un macigno, soprattutto se si fa un confronto con i vecchi chairman della Scuderia modenese. Luca Cordero di Montezemolo non ha mai saltato un unveil nella sua presidenza ultra-ventennale, dilungandosi sempre in discorsi di un certo livello ogni qualvolta in cui veniva presentata una nuova monoposto.

Lo stesso faceva Enzo Ferrari, ma anche Sergio Marchionne, tra il 2015 ed il 2018, è sempre stato molto presente prima di morire prematuramente nel luglio di cinque anni fa. Elkann, invece, non si è fatto vedere, e la cosa ha colpito molto anche Leo Turrini, giornalista e da sempre grande esperto del mondo della Rossa.

Nel suo editoriale per il “Quotidiano Nazionale“, Turrini ha infatti scritto: “Arriva una Rossa new e del presidente non c’è traccia. Magari John Elkann si sarà espresso su qualche bollettino di regime, ma via, non esiste. Sei l’erede del Drake, di Montezemolo e di Marchionne, in qualche modo ti devi far vedere. Non è sicuro che vinci il titolo con un presidente assente, ma è sicuro che continuerai a perdere se è assente“.

Parole pesantissime quelle di Turrini, un chiaro attacco al presidente del Cavallino, più che mai giustificato da parte dell’opinionista e giornalista, sempre in grado di dare delle letture lucide di certe situazioni. Per il resto, il grande Leo ha lodato la presentazione e l’evento in sé e per sé, permettendosi un’ulteriore critica, ovvero lo scarso, se non del tutto assente, utilizzo della lingua italiana nel corso dell’evento.

Infatti, i presentatori ed i piloti si sono espressi praticamente solo in inglese, e va ricordato che sia Charles Leclerc che Carlos Sainz parlano perfettamente l’italiano, per cui qualcosa di meglio si poteva fare. Turrini si è detto nostalgico del dialetto modenese del Drake, che di inglese non voleva sentir mai parlare.

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