L’azienda ha fatto un passo indietro in merito alla sua espansione in Europa, precisamente in Germania, e ora è a rischio bancarotta.
La Borsa è sempre indice della salute di una azienda. L’industria europea e americana sta vivendo una fase di calo generale a causa anche della terribile situazione in cui è piombato il mondo degli affari dopo le limitazioni da Covid-19 e l’invasione russa in Ucraina. Sono più i fallimenti che gli exploit aziendali nel corso degli ultimi anni. I player del mercato europeo devono far conto con la crescita di nuovi attori del mercato che arrivano dalla Cina. Pareggiare le soluzioni asiatiche, a parità di prezzo, è una missione impossibile.
Lo sviluppatore e produttore americano di semiconduttori a banda larga, Wolfspeed, è focalizzato da decenni su materiali e dispositivi in carburo di silicio e nitruro di gallio per applicazioni di potenza e radiofrequenza come trasporti, alimentatori, inverter di potenza e sistemi wireless. Tutto è nato da una lampadina dimmerabile da 9,5 watt e 800 lumen, con temperatura di colore di 2700 K che ha decretato un boom. La Cree Research, come si chiamava prima la Wolfspeed, è creata a luglio 1987 a Durham, nella Carolina del Nord. Cinque dei sei fondatori – Neal Hunter, Thomas Coleman, John Edmond, Eric Hunter, John Palmour e Calvin Carter – si sono laureati alla North Carolina State University.
I creatori trovarono il modo per sfruttare le proprietà del carburo di silicio per permettere ai semiconduttori di funzionare a temperature operative e livelli di potenza più elevati. Sapevano anche che il carburo di silicio poteva essere sfruttato come diodo nell’illuminazione a diodo a emissione luminosa (LED), una sorgente luminosa dimostrata per la prima volta nel 1907 con un diodo di carburo di silicio caricato elettricamente. Il team di ricerca iniziò a creare cristalli di silicio in laboratorio e nel 1987 fondò l’azienda per produrre carburo di silicio da utilizzare commercialmente sia nei semiconduttori che nell’illuminazione.
Dallo sviluppo alla crisi
Nel 1989, l’azienda lanciò il primo LED blu, consentendo lo sviluppo di grandi schermi video e cartelloni pubblicitari a colori. Parliamo di scoperte che hanno rivoluzionato il settore tecnologico. Nel 2013 venne prodotte due lampadine LED per uso domestico, ricevendo la certificazione Energy Star dall’Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti.
Nel luglio 2016, Infineon Technologies ha concordato l’acquisizione dell’unità Wolfspeed RF e dei dispositivi elettronici di potenza per 850 milioni di dollari. Nel marzo 2018, la società ha acquisito la divisione RF Power Business di Infineon Technologies AG per 345 milioni di euro. Oggi è previsto l’ingresso in Chapter 11, il regime di fallimento statunitense, grazie a un accordo anticipato con i principali creditori. L’accordo, tecnicamente definito come “pre-packaged bankruptcy”, permetterà a Wolfspeed di avviare la procedura fallimentare. Il produttore di chip Wolfspeed si trova in una situazione disperata. L’ennesima realtà hi-tech piombata in una crisi nera.