Il Presidente di Stellantis, John Elkann, sta vagliando nuove opportunità di business. Con i proventi della vendita del 4% di Ferrari, Exor si lancerà in un nuovo piano di acquisizione.
Mercato dell’automobile in crisi? Il Presidente di Stellantis non ci sta e non sta a guardare, a seguito dei proventi della vendita del 4% di Ferrari, quantificabili in circa 3 miliardi di euro, guarda al futuro cercando nuovi mercati in Europa e negli Stati Uniti, per una diversificazione degli introiti in nuovi settori diversi dall’ automotive, come la sanità, i beni di lusso e la tecnologia, mentre l’azienda rimane aperta ad altre aree con buone prospettive.
La conferma di quanto suddetto proviene dalle dichiarazioni rilasciate da Guido De Boer, CFO della holding Exor della famiglia Agnelli, a Bloomberg. “Ci concentriamo principalmente sull’Europa e sugli Stati Uniti – ha annunciato De Boer – C’è un gruppo selezionato di aziende che rientrano in questo ambito”. Exor ha acquisito una quota del 15% nel produttore di apparecchiature mediche Philips nel 2023, salendo poi o scorso marzo al 19% delle quote.
Nuove prospettive per John Elkann
Al momento della vendita della quota del 4% della Casa modenese, Exor aveva indicato che i proventi incassati sarebbero stati utilizzati in parte per “una nuova importante acquisizione” e in parte per un riacquisto di azioni proprie da 1 miliardo di euro. De Boer ha aggiunto: “Abbiamo detto che se avessimo fatto un’acquisizione, questa avrebbe dovuto spostare l’ago della bilancia in termini di portafoglio totale”. Il CFO ha aggiustato il tiro in un’intervista video dalla sede centrale di Exor ad Amsterdam.

Il futuro è incerto per il settore dell’automobile e Stellantis non fa eccezione, sono i dati a parlare: nel primo trimestre 2025 la produzione complessiva nel Paese è crollata di un altro 35,5%. Ma per quanto riguarda le sole auto, al netto dei veicoli commerciali, il dato è ancora più grave: -42,5% con soltanto 60.533 vetture realizzate in tre mesi in tutti gli stabilimenti italiani. Sono i numeri peggiori dal 1956, quasi settant’anni fa. La famiglia Agnelli corre ai ripari immaginando la vita dell’azienda anche investendo in nuovi settori aprendo investimenti verso nuove strade per riscrivere il futuro.