Auto, brutte notizie per l’Italia: come la rivoluzione elettrica ci sta strangolando

Il mercato dell’auto in Italia inizia a dare dei segni di ripresa dopo anni drammatici. Le vendite delle EV, però, non decollano e le notizie negative non sono finite.

Gli italiani, secondo alcuni sondaggi, avrebbero l’intenzione di abbracciare la tecnologia elettrica, ma sono frenati da una serie di ragioni. Prima di tutto, dopo la crisi pandemica e lo scoppia della guerra tra Russia e Ucraina, l’inflazione ha toccato valori record. Molti italiani fanno fatica ad arrivare a fine mese e devono badare al sodo.

Auto elettrica, che guaio in Italia
Auto elettrica – Derapate.it

Le vetture alla spina presentano dei prezzi, clamorosamente, alti per la fascia media. Le EV, per ora, sono la scelta progressista di una nicchia di italiani che possono consentirsi più di una vettura nel proprio garage. Il mercato dell’usato, inoltre, non lascia sereni gli italiani perché, dopo un investimento di tale portata, non vi sono segnali positivi e molte garanzie. C’è un dato, inoltre, che mette in ginocchio gli automobilisti.

I segnali non sono positivi in vista della transizione imposta a livello centrale nel 2035. I politici hanno imposto un ban che, almeno alle nostre latitudini, appare folle. In Italia si registra uno dei parchi circolanti più vetusti d’Europa. Senza un piano regolatore, con Ecobonus seri per tutti, risulterà molto difficile il passaggio alle elettriche per la maggioranza della popolazione.

Senza una rete infrastrutturale adeguata vi sono ancora forti perplessità al passaggio epocale da un’auto termica ad una batteria. Per di più la maggior parte del potere d’acquisto è nelle mani di una fascia di adulti abituata, da una vita, all’odore della benzina e ad un rombo di un’auto con motore a combustione. La corsa all’oro elettrico sta causando dei disastri anche in termini di lavoro.

Auto, che guaio la transizione

Il settore della componentistica Automotive ha fatto registrare una clamorosa riduzione del fatturato e una perdita di marginalità notevole nell’ultimo triennio, a causa della crisi dei componenti e per gli effetti della pandemia da Covid-19.

Una analisi di PwC Strategy sulla filiera italiana della componentistica dell’industria delle quattro ruote ha messo in evidenza il crollo dal 5,6 a 2,9% (crescita quasi dimezzata) e una riduzione della marginalità EBIT del 18% attribuibile ai problemi di trasferimenti dei costi incrementali delle materie prime e delle forniture energetiche ai produttori.

Auto, che guaio la transizione
Auto elettriche – derapate.it

La progressiva e inesorabile crescita della mobilità elettrica porterà diversi fornitori legati ai motori a combustione in una crisi nera. Queste realtà aziendali rappresentano il 30% del fatturato e il 25% del margine totale dell’intero mercato.

Con il ban del 2035 alla vendita dei veicoli termici si prevede un tracollo. In Italia quasi il 40% dei fornitori di auto è improntato sulla produzione di componenti per motori endotermici.

In chiave futura occorrerebbe differenziare l’offerta. Sfruttare il potenziale dei canali che vanno più forti e puntare ad una maggiore flessibilità sull’aftermarket. Di base andrebbe anche migliorata la copertura geografica con investimento mirati. Vi sono aeree dove la transizione elettrica ha avuto e avrà un impatto maggiore. Vi saranno diverse acquisizioni o fusioni societarie nei prossimi anni nel tentativo di porre un freno ad un calo che metterà a rischio moltissimi posti di lavoro.

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