Limiti di velocità, la città che dice no: proteste e cortei

I limiti di velocità sono considerati per molti un problema, infatti ci sono state delle proteste in una città per chiederne la sospensione.

Stiamo vivendo un periodo storico molto particolare che sicuramente sarà ricordato in futuro per essere stato quello determinante per la rivoluzione ecologica. Sono tanti i passaggi che stanno contribuendo a questa transizione, con le automobili che hanno un ruolo centrale in questo progetto.

Limite velocità, la città che dice no
Limite velocità, proteste e cortei (Fonte: Pixabay)

Non è soltanto la produzione di auto elettriche che sta cambiando completamente la realtà stradale, ma sono anche tutta una serie di nuove norme atte a limitare e non poco le emissioni di CO2. Da questo punto di vista diventa dunque fondamentale abbassare i limiti di velocità.

Sono moltissimi infatti i Comuni che hanno deciso di aderire a questa iniziativa. Le grosse città infatti sono quasi obbligate a questi cambiamenti, perché sono quelle maggiormente colpite da smog e inquinamento.

Nei centri storici dunque si sta decidendo di dare vita alla “Zona 30”. In questo modo quando si attraverso una zona considerata ad alto tasso di inquinamento non si potrà andare a oltre 30 km/h. La velocità è davvero molto bassa e non deve di certo sorprendere se sono in molti a non aver digerito nel migliore dei modi questa decisione.

Una delle ultima città che entrerà nella lista della “Zona 30” è il bellissimo capoluogo emiliano di Bologna. Non tutti gli abitanti sembrano però d’accordo con questa decisione, anzi sono scattate non poche proteste.

Bologna contro la “Zona 30”: diversi cortei contrari

L’1 luglio è stato il giorno decisivo per il passaggio definitivo di Bologna nella lista delle città a “Zona 30″. In questo modo saranno così colpite il 70% delle strade urbane del capoluogo emiliano nel quale il limite sarà abbassato da 50 a 30 km/h.

Matteo Lepore, Bologna diventa zona 30
Matteo Lepore, le contestazioni per la zona 30 a Bologna (Fonte: Ansa Foto)

Non deve di certo sorprendere se a quel punto tante associazioni hanno deciso di schierarsi contro questa decisioni. Anche molti partiti hanno colto la palla al balzo, con il sindaco Lepore che ha dovuto rispondere a diverse ciritiche.

A presentare un esposto chiaro contro il comune è stata l’associazione “Una Bologna che cambia”. Il gruppo si è ritrovato di fronte al cineme The Space di Viale Europa e ha dato vita a un corteo che si è concluso solamente in stazione.

Tra i vari discorsi portati avanti a Giorgio Gorza, il presidente dell’associazione, si è certo di far valere le proprie ragioni spiegando come questo cambiamento non porti alcun beneficio alla città. Nel corteo vi erano anche due consiglieri comunali della Lega: Giulio Venturi e Matteo Di Benedetto.

L’idea infatti sarebbe quella di dare vita a un referendum per capire che cosa ne pensa la popolazione bolognese per questa decisione. Difficile pensare che ci possa essere un passo indietro in questo momento storico particolare.

Ormai la linea è tracciata e dunque anche l’ipotesi di un referendum sembra difficile da poter percorrere. Bologna dall’1 luglio è diventata ufficialmente una città Zona 30 e dovranno stare molto attenti anche i migliaia di turisti che ogni giorno decidono di viaggiare in direzione della città emiliana.

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