Bollo e targa straniera: come funziona in Italia? Vi aiutiamo noi

Automobili a targa straniera. Come bisogna comportarsi per il bollo e il superbollo lungo lo Stivale? Ecco tutte le informazioni utili.

Se immatricolare la macchina all’estero per diventare invisibili all’autovelox e a molti altri sistemi di rilevazione era diventata una moda, all’epoca del primo Governo Conte vennero introdotte delle limitazioni per bloccare questa pratica “salta multe”. Dunque, se oggi si possiede un’automobile con targa straniera come ci si deve comportare?
Bollo e targa straniera: cosa cambia
Bollo auto (AdobeStock) – Derapate.it

Secondo le nuove regole fissate dall’allora Ministro dell’Interno Matteo Salvini, se un veicolo è presente sul territorio italiano da più di sessanta giorni non può più risultare straniero. Di conseguenza, le opzioni a quel punto sono due. O lo si riporta nella nazione d’origine, o lo si immatricola di nuovo.

Auto con targa straniera, cosa dice la normativa

Delle eccezioni sono rappresentate dai mezzi di proprietà di aziende di leasing o di car sharing con sede fuori dai confini. Oppure da quelle in comodato d’uso se si è assunti da ditte legalmente registrate fuori Italia.

Per gestire al meglio il tema è stato comunque creato il REVE. Ovvero il Pubblico Registro dei Veicoli Esteri. Ciò significa che per poter cicolare nella Penisola, una vettura con targa estera deve essere iscritta.

Il bollo e il superbollo vanno pagati?

Il fatto che su vetture di grossa taglia come i SUV o particolarmente potenti come le supercar, si pagavano meno tasse, aveva portato molti a sfruttare la pratica dell’immatricolazione all’estero della macchina da utilizzare successivamente in Italia. La domanda a questo punto è.

Il bollo va versato lo stesso? La risposta è affermativa in quanto si tratta di una tassa sulla proprietà e non sull’uso. In pratica chiunque abbia registrato al PRA un mezzo a motore a proprio nome non può esimersi.

E cosa succede per il superbollo? Purtroppo per gli utenti, anche se a malicuore, l’emolumento andrà versato, poiché senza non sarà possibile circolare. In questo caso bisognerà iscriverlo al REVE, così da scampare alle limitazioni temporali di cui abbiamo parlato. L’obbligo di espatrio del veicolo o la nuova immatricolazione dello stesso entro 180 giorni.

Ma il risparmio esiste davvero?

Malgrado la normativa attuale, il problema non si risolve, in quanto basta guidare un’autovettura non intestata alla propria persona per far decadere l’obbligo di avere una targa tricolore.  Per capirci, ad esempio, se il vero proprietario e l’utilizzatore sulle strade italiane non coincidono, il bollo non dovrà essere pagato. E lo stesso discorso vale per il superbollo che spetta alle macchine da tanti cavalli.

Targa straniera auto
Auto con targa straniera, quali regole-Derapate-Adobe

Questo semplicemente perché per girare lungo lo Stivale a bordo di un’auto straniera non propria, basta avere con sé l’autorizzazione siglata dal legittimo proprietario. Il documento deve dunque contenere la cosiddetta “firma certa”. In pratica si tratta di un semplice autografo autenticato, a cui va però accompagnata l’iscrizione al Registro Veicoli Esteri se il periodo eccede i trenta giorni.

E’ evidente che chi sceglie questa strada lo fa per risparmiare su queste tasse che costano dieci volte tanto quello che versano in media i cittadini degli altri Stati dell’UE.

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