Quanto è costato ad Audi l’acquisto di Lamborghini? Svelata la cifra

Dal 1998 Lamborghini è di proprietà Audi. Ma quanto hanno dovuto sborsare i tedeschi per accaparrarsi questo gioiello italiano?

Il mande in Italy si sa, fa sempre gola. Quindi è del tutto normale che un marchio già di per sé prestigioso come Audi abbia deciso di allungare le mani su Lamborghini.

Fondata precisamente il 7 maggio 1963 dall’omonimo Ferruccio, che fino a quel momento si era occupato della produzione di trattori, l’azienda di Sant’Agata Bolognese ha dato vita a supercar da sogno. Dalla Diablo, alla Miura dalla Murcielago, alla Countach.  Da non dimenticare neppure le sue produzioni off-road come la LM001 e la LM002.

Lamborghini (AdobeStock)
Lamborghini (AdobeStock)

Dopo un periodo di grande spolvero tra la fine degli anni ’60 e gli anni ’70, ci sarà la crisi. Sull’orlo della bancarotta il brand avrebbe dovuto essere acquisito dall’imprenditore canadese Walter Wolf, ma alla fine non se ne farà niente. Finita in liquidazione per 3,85 miliardi andrà ai fratelli francesi Patrick e Jean-Claude Mimran, business dello zucchero.

Dopo la cessione, nel 1981 nascerà la Nuova Automobili Lamborghini. Tra le gemme di quel periodo si ricorda un prototipo della Countach Evoluzione, disegnata da un giovanissimo Horacio Pagani. Forte di queste importanti collaborazioni, Lamborghini diventerà sinonimo di sportività e lusso.

Mentre tutto sembrava filare liscio i Mimran optarono per mettere in vendita la compagnia, che finì nelle mani della Chrysler. Abituata alle produzioni in serie, lontana dal carattere artigianale e famigliare della fabbrica emiliana, farà perdere alle vetture il loro marchio di esclusività. A peggiorare la situazione, il Toro simbolo della Casa, verrà cinto dal pentagono del colosso degli States,

La  Genesis, un minivan a cinque porte con portiere anteriori dotate di apertura ad ali di gabbiano, verrà bocciata, ma in seguito riproposta con successo. In due anni verranno venduti 658 esemplari. Molto bene andrà anche la Diablo, a cui verrà affiancata la versione VT, il debutto della trazione integrale per il costruttore italiano.

Lamborghini, Audi succede a Chrysler

Siamo nel 1994 e dal Michigan si fa largo l’idea di cedere la Lambo. 40 milioni di dollari è la cifra. Il primo passaggio è alla Megatech, con sede legale alle isole Bermuda. L’azienda si occupa di componentistica per le automobili, ma di veicoli sportivi che fanno sognare gli amanti dei bolidi veloci ne masticano poco. Il loro compito sarà solo quello di risanare le finanze. Tornata in buone condizioni, nel 1995 andrà per il 60% nelle mani della V’Power Corporation, e per il restante 40% della malese MyCom. Una manovra fallimentare, che porterà Lamborghini a precipitare nuovamente.

Poi nel 1998, la salvezza, sotto forma di Audi. Spalleggiata dal solido Gruppo Volkswagen, la Casa dei Quattro Cerchi si porrà l’obiettivo di ripristinarne le risorse e la mission. La sfida avrà un costo di tutto rispetto. 60 milioni di euro saranno messi sul piatto per quella che sembrava un’impresa impossibile.

Nel 2016,  l’allora uomo del marchio tedesco Stefano Domenicali, verrà spostato al vertice della Lambo. E grazie anche al suo intervento, forte di un passato vincente in F1 con la Ferrari, la compagnia si riprenderà, aumentando vendite e popolarità. Oggi i risultati continuano ad arrivare e ad essere evidenti, tanto che secondo le stime di Bloomberg, il valore raggiunto toccherebbe i 10 milioni di euro.

Impostazioni privacy