Piccola, leggera ed economica l’auto elettrica, proposta in Commissione da Ursula Von der Leyen, dovrebbe riuscire a fronteggiare lo strapotere cinese.
I cittadini del Vecchio Continente sono destinati a guidare auto elettriche low cost? Come sarà per l’Europa l’auto del futuro? La risposta all’espansione del mercato cinese, agevolato nella produzione di EV dall’estrazione in quelle aree geografiche di terre rare, saranno le E-Car. Lo ha affermato a gran voce, recentemente, Ursula von der Leyen: “Vogliamo un futuro per l’auto e che le auto del futuro vengano fabbricate in Europa”.
Affermazione che ha creato scompiglio e dubbi interpretativi, che potrebbe aprire il mercato del Vecchio Continente a delle opportunità mai viste o immaginate fino a questo momento. L’industria dell’automobile europea, fortemente in crisi, può ben sperare, perchè quella “E” davanti a Car potrebbe significare anche che le auto saranno prodotte, interamente, in Europa.
Il 12 settembre scorso, infatti, si è svolta la riunione del dialogo strategico sul settore automotive, dove dalle parole del vicepresidente esecutivo della Commissione, Stéphane Séjourné, si evince che da un colloquio informale con i dirigenti dell’industria delle quattro ruote, la nuova categoria normativa di piccole vetture dovrebbe “avere un motore elettrico“.
Cosa avverrà in Europa
Altro dubbio interpretativo, cosa vorrebbe dire “le piccole autovetture dovrebbero avere un motore elettrico?” Le fonti sono confuse, le piccole E-car, da 15.000 euro, potrebbero essere costruite alle nostre latitudini e montare batterie cinesi o potrebbero essere costruite in Europa e montare batterie prodotte nei territori dell’Ue. Le auto elettriche devono costare poco per avere successo.
Possibile che non si sia fatta chiarezza su punti così delicati? Ad oggi una produzione solo europea di batterie sembrerebbe improbabile. Per immaginare un’auto full electric europea ci vorranno minimo da tre ai cinque anni. Una cosa è certa, che anche nelle stanze dei burocrati di Bruxelles, si è compreso che l’intero comparto non è solo in crisi, ma è su un baratro se non si adottano e velocemente delle contromisure all’espansione del mercato dell’auto asiatica. Non bastano più i proclami, ma c’è bisogno di cambiare strategia in modo radicale. I dazi non serviti realmente ad arginare i major del Paese del Dragone Rosso.