Quando si ha tra le mani un capolavoro del Cavallino bisogna stare molto attenti perché si ricevono dei preventivi oltraggiosi per ripararle.
Avere una supercar può trasformarsi in un vero incubo senza le giuste nozioni meccaniche. Siamo soliti credere che il valore di una sportiva di razza sia dato dalla somma di tantissimi componenti costosissimi. La verità è molto lontana da questa idea e persino i top brand utilizzano elementi comuni ad altri veicoli e non tutti hanno dei prezzi proibitivi. In moltissimi casi le quotazioni record deriverebbero dalla prestigiosità del marchio e non per le caratteristiche tecniche di ogni singolo bullone.
Le Ferrari sono care anche perché conservano il loro valore nel tempo. Sono come degli investimenti che rendono e possono fruttare anche somme milionarie. Chi non le nasconde sotto un telo sa bene che la manutenzione è il problema principale e, per conservare la garanzia, andrebbe sempre consegnata presso i centri ufficiali. In caso di avarie i costi delle riparazioni sono oltraggiose e in alcuni casi per componenti piuttosto semplici ed economici.
La 360 venne realizzata tra il 1999 e il 2004 aprendo a una nuova era per la Ferrari. Le linee erano rivoluzionarie e all’interno c’erano tecnologie top. Il manettino e il cambio F1 fecero scuola. Le performance erano da capogiro per l’epoca con uno 0 a 100 km/h in appena 4,2 secondi e da 0 a 100 miglia/h in 8,8 secondi, con una top speed di 300 km/h dichiarata dal costruttore. La versione scoperta aveva un tetto in tela ripiegabile elettricamente. Disponibile anche con il cambio F1 di diretta derivazione dai modelli di Formula 1, venne creata nel 2000 in onore del Presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo, come regalo di matrimonio da parte di Gianni Agnelli.
Il problema della Ferrari 360
Il V8 di un esemplare di 360 aveva manifestato una perdita di potenza. Portata in officina ufficiale, i tecnici avevano annunciato la necessità di una sostituzione della pompa della benzina. Il preventivo? Oltre 15.000 euro, una cifra che avrebbe sorpreso anche un facoltoso collezionista. Il proprietario ha iniziato a cercare sul web e ha scoperto su diversi marketplace che l’elemento prodotto da Bosch non superava una quotazione di 300 euro.
Ha deciso di acquistarlo e con il supporto di un tutorial video e qualche attrezzo da officina, si è messo all’opera. Il proprietario ha smontato il serbatoio, sostituito guarnizioni e fascette e installato il pezzo nuovo. Dopo qualche ora di lavoro, il rombo del V8 Ferrari è tornato a ruggire. In sostanza con un costo di 300 euro e senza alcuna preparazione specifica ha risparmiato 14.700 euro. C’era bisogno di lucrare con un preventivo così sproporzionato?