Se persino il Gruppo Piaggio in Italia è in crisi occorre rivedere completamente il modo di fare impresa nei tempi attuali.
Piaggio è una istituzione delle due ruote e ha sempre puntato a offrire il miglior prodotto possibile. Gli amanti della Vespa e degli scooter hanno almeno una volta nella vita ringraziato l’imprenditore Enrico Piaggio. Oggi il mercato delle due ruote è molto cambiato e l’invasione di proposte dall’Asia ha reso la gamma del costruttore italiane premium. Non è una responsabilità del produttore di scooter nostrano se i costi alle nostre latitudini sono diversi rispetto a Cina, Taiwan, Giappone e Corea. Il mondo europeo è diverso anche sul piano della forza lavoro.
L’industria delle due ruote non ha sofferto la medesima crisi del car market, ma i problemi negli ultimi anni sono stati svariati. I bilanci della Piaggio sono peggiorati gradualmente a causa anche dei dazi imposti dal Presidente degli Usa, Donald Trump. Le politiche protezionistiche degli Stati Uniti stanno facendo gelare il sangue agli imprenditori di tutto il mondo. Per Piaggio la perdita è stata del 17% nell’ultimo quinquennio. E’ andata meglio alla controllante Immsi, il cui titolo da inizio del 2025 non ha avuto oscillazioni negative, guadagnando il 26% nell’ultimo quinquennio. Dall’inizio dell’anno Omniaholding, la cassaforte dei Colaninno a monte delle due quotate, ha rilevato 500.000 titoli proprio di Immsi in diverse operazioni di internal dealing, a un prezzo medio di 0,50 euro cadauna.
La flessione di Piaggio
Il colosso ligure ha chiuso il primo semestre 2025 con alti margine, ma con un fatturato consolidato di 852,5 milioni di euro, in diminuzione del 13,9% rispetto ai 990,3 milioni registrati nello stesso periodo del 2024, e un con utile netto crollato del 42,2% a 30,1 milioni; l’acconto sul dividendo ordinario è di 4 centesimi di euro per azione contro gli 11,5 centesimi dell’anno scorso.

Matteo e Michele Colaninno che vantando ciascuno il 50% del Gruppo, hanno puntato molto sulle loro due aziende quotate. Hanno acquistato 450 mila azioni della Piaggio spendendo un milione e salendo così dallo 0,025% allo 0,12%, mentre ben più alto l’investimento su Immsi, costato 4,8 milioni per rilevare 10 milioni di titoli, toccando una percentuale di circa il 30% del capitale. Con 286 milioni di margine operativo lordo di Piaggio, in calo però dai 325 milioni dell’anno prima, lo scenario non risulta positivo per l’Omniaholding, crollata a 270 milioni e questo perché i due altri settori (Intermarine e immobiliare) hanno fatto segnare un peggioramento netto.