La Casa giapponese ha deciso di iniziare la produzione di EV anche in Europa con un piano preciso che coinvolge anche un noto impianto.
Il segreto della Toyota è proprio nella differenziazione delle soluzioni motoristiche della gamma. Sono rimasti ai vertici dell’industria dell’automotive non piegandosi alle logiche del green. Ci stano arrivando ma con la consapevolezza che l’interno mondo non passerà alle auto elettriche nei prossimi 10 anni.
I risultati emersi lo scorso anno sono stati incredibili. Il dato netto del primo produttore al mondo di auto è arrivato a 4.940 miliardi di yen, pari a 29,6 miliardi di euro. L’utile operativo è stato di 5.352 miliardi (32 miliardi di euro), migliorato del 96% circa, su ricavi totali per 45095 miliardi di yen (circa 300 miliardi euro). I veicoli venduti sono stati 9,44 milioni (+7%), mentre Toyota e Lexus sono stati 10,3 milioni (+7,3%). Numeri pazzeschi che si sono confermati anche nel corso dei mesi successivi.
Di recente il marchio delle tre ellissi, da cinque anni consecutivi primo costruttore di automobili al mondo, ha annunciato che l’utile netto è aumentato del 62% rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 2,193 trilioni di yen, pari a 14,21 miliardi di dollari, per i tre mesi conclusi il 31 dicembre. Nei prossimi tempi, la Toyota potrebbe avviare l’assemblaggio di EV anche in Europa. In particolare, secondo la testata Nikkei, la Casa giapponese avrebbe intenzione iniziare a produrre veicoli a batteria nel Vecchio Continente entro il 2028.
Nuovo corso green per Toyota
Il colosso giapponese sente la necessità di omologarsi, anche per rispondere a Tesla e BYD. A quel punto i progressisti green avranno ampia scelta di auto elettriche. Le EV saranno prodotte a Kolín, nella Repubblica Ceca, con una capacità di circa 100 mila unità l’anno.
L’impianto ceco produce le Aygo X e le Yaris ed è uno degli otto siti produttivi europei della Toyota, cinque di assemblaggio di auto e tre dedicati a motori e trasmissioni. In futuro la gamma si allargherà, creando un ponte con il Vecchio Continente in attesa di capire cosa avverrà con la dead line del 2035.