Il brand Maserati è piombato in una crisi nerissima a causa di una politica commerciale sbagliata. L’ultima Maserati di Mirafiori fa scendere una lacrima ai lavoratori.
Il nostro lavoro è tenervi informati con storie di uomini oltre che di mezzi. Per Maserati e i suoi lavoratori, soprattutto, è un momento molto complesso, a causa di una crisi che tocca l’intero settore dell’automotive, ed in particolare il Gruppo Stellantis.
Già da tempo la linea Maserati era stata smantellata (si lavorava “a isole”) e adesso lascia spazio alla produzione della Fiat 500 Ibrida, che dovrebbe iniziare a ottobre. In autunno, infatti, la produzione sarà trasferita integralmente a Modena. Da giugno a oggi, sono 250 i lavoratori fuoriusciti da Mirafiori: entro l’autunno, in tutto il Piemonte, saranno 610. Oggi dalle Carrozzerie di corso Settembrini sono uscite le ultime due Maserati GranTurismo e GranCabrio.
Brutte notizie per Maserati
Per molti lavoratori, salutare Maserati e Maserati Torino, significa lasciare un pezzo di cuore. C’è chi ha lavorato una vita portando avanti con professionalità nel mondo il marchio del Tridente. Vite appunto di uomini stanchi, che arrivano anche a 50 anni con un futuro incerto all’orizzonte. Dove la rivoluzione tecnologia delle auto a pile mortifica e in certi casi annulla le capacità e le esperienze maturate per i motori termici. E quel know-how tanto sbandierato quanto richiesto ai lavoratori al momento delle assunzioni va in fumo. Come vanno in fumo i sogni: un mutuo, una casa, una famiglia, l’università dei figli.

E’ questa la vera sconfitta, dove non ci sono vincitori. Lupi per agnelli, i major che fagocitano vite, storie non solo piccole realtà artigianali. Il Made in Italy che sparisce che viene svenduto o fallisce. Manualità e capacità difficili da convertire perchè il mondo del lavoro è smart. Il mondo va veloce e vuole che tutti siano tecnologici, digitali.
Un sedile ad esempio di una Maserati come di una Lamborghini, che prima veniva sapientemente cucito con ottima pelletteria a mano se è il caso da uomini e soprattutto da donne, oggi, è solo un sedile anche per chi acquista. C’è perdita di cultura oltre che di lavoro. Si tratta dei lavoratori che hanno accolto l’offerta delle dimissioni incentivate: buonuscite (fino a 110mila euro) e accompagnamento alla pensione o verso un altro lavoro, forse.