Il gruppo Stellantis ha preso una forte decisione, optando per lo stop alla produzione dei motori diesel presso un impianto molto noto. Presto toccherà anche a quelli a benzina, ecco che fine faranno i lavoratori.
Per il mercato delle quattro ruote è un momento estremamente delicato, nel quale vengono prese decisioni considerate estreme ed in grado di cambiare le vite dei lavoratori, oltre che di rivoluzionare la produzione. Stellantis vive un periodo di grande difficoltà e l’Italia sta pagando a caro prezzo il crollo delle vendite e della produzione, visto che il gruppo di John Elkann è l’unico produttore nel nostro paese.
I dati relativi al primo semestre del 2025 parlano di un chiaro crollo della produzione in tutti i nostri stabilimenti, con una forza lavoro che continua a diminuire e piani di rilancio non troppo chiari. Nel frattempo, Stellantis ha fatto sapere che smetterà di produrre una tipologia di motori molto apprezzata ed a gasolio, per poi passare allo stop anche dei motori a benzina. Scopriamo cosa è stato deciso dai vertici, quando manca pochissimo all’attuazione della decisione.
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Stellantis, stop al motore diesel a Douvrin in Francia
Come reso noto ufficialmente in questi giorni, Stellantis stopperà la produzione dei motori diesel DV5 nell’impianto Francaise de Mecanique di Douvrin, a partire dal primo novembre del 2025. Situato nel dipartimento Pas-de-Calais della regione Alta Francia, qui vengono prodotti anche i motori a benzina EB, ovvero i PureTech di 1,2 litri. I motori sopracitati, come ben sappiamo, sono noti anche come BlueHDi di 1,5 litri. L’impianto verrà progressivamente dismesso, sino alla chiusura già programmata per l’anno 2028, che si avvicina a grandi falcate.
Ma cosa accadrà ai dipendenti Stellantis che sono attualmente impiegati in questa fabbrica? Andranno a lavorare nella prima Gigafactory di ACC che si trova sempre a Douvrin e che è stata aperta nel corso di questi anni. La capacità del nuovo impianto sarà di 8 GW l’anno, con un organico di 330 ex dipendenti dell’impianto del gruppo, ed è pronto per assumerne qualcosa come altri 350 addetti sin qui alla produzione di motori termici. I sindacati chiedono sostegni per chi non vuole passare alla produzione di batteria, e tra le possibilità c’è un trasferimento ad Hordain o Valenciennes, stabilimenti situati in regioni circostanti.