Che il Paese del Dragone Rosso ci sia prendendo per i fondelli è chiaro da anni. Lo scenario per l’automotive in Europa è tragico.
La Cina sta facendo passi da giganti nell’industria dell’Automotive, grazie agli aiuti statali e a imprenditori lungimiranti, ma anche grazie all’Europa. La Commissione ha steso un tappeto rosso alle aziende che producevano batterie. La Cina si è convertita all’elettrico perché ha visto un potenziale enorme nel settore delle quatto ruote mondiale, ma poi ha iniziato ad allargare le vedute. Non parliamo di idrogeno e altre soluzioni all’avanguardia.
Nel 2024, a livello mondiale, si toccheranno 8,8 miliardi di tonnellate, in aumento dell’1,5% rispetto al 2023. Lo dice il report IEA. La domanda globale rimarrà invariata nel 2025 e 2026. Il “Coal Mid-Year Update” ha mostrato come Europa, Nord America e Asia nord-orientale siano in una condizione particolare. L’Unione europea ha imboccato una strada senza uscita che sta portando tantissimi colossi delle quatto ruote a finire in crisi nera. Di conseguenza sono nati problemi di disoccupazione con la fuga di capitali all’estero e la chiusura di numerosi stabilimenti.
Il controsenso della Cina
Il Paese del Dragone Rosso non cresce solo nell’ambito dell’automotive a zero emissioni. Difatti le emissioni europee sono insignificanti rispetto a quelle di realtà asiatiche. Il carbone muove anche l’economia delle infrastrutture di ricarica delle EV. Nel 2025, la domanda di carbone in Cina dovrebbe diminuire leggermente, di meno dell’1%.

Negli Stati Uniti, invece, la domanda è prevista in crescita di circa il 7%, e nell’Unione Europea, è destinata a diminuire di quasi il 2%. Il direttore IEA per i Mercati energetici e la sicurezza, Keisuke Sadamori, ha spiegato che la Cina consuma il 30% in più di carbone rispetto al resto del mondo messo insieme. Nel 2025 sarà l’anno record del carbone. La Cina è uno storico player nel mercato globale del carbone. Rappresenta il 56% del consumo globale. Una tonnellata di carbone su tre consumate a livello globale viene utilizzata nelle centrali elettriche cinesi, con buona pace dei proclami green di Bruxelles. L’Europa si è piegata a logiche che stanno solo favorendo le superpotenze straniere.