Ricordate il Green Pass? Se ne è parlato per anni durante il periodo del Covid-19, ed ora arriva una nuova proposta dell’Europa che è destinata a far discutere. Tutti i segreti del nuovo piano.
Nel marzo del 2020, il mondo fu sconvolto dal lockdown, causato dal Covid-19, che ebbe un impatto molto forte in Italia, per poi spargersi a macchia d’olio in giro per il mondo. La situazione, all’epoca, si fece molto pesante per i cittadini, impossibilitati a spostarsi e viaggiare, ma anche ad uscire semplicemente di casa nei periodi più complessi. Nel 2021 fecero il loro esordio i vaccini ed il ben noto Green Pass, che tanto ha fatto discutere ai tempi.
In sostanza, si trattava di un lasciapassare per poter viaggiare o accedere ai luoghi pubblici, e lo si poteva ottenere tramite la vaccinazione o un tampone negativo. Ma cosa c’entra, anni dopo, il Green Pass e perché se ne torna a parlare? L’Europa ha in mente un piano che è destinato a far discutere, e che è pronto per rivoluzionare il modo di viaggiare. Andiamo a scoprire entro quando sarà attivo e quali sono le novità a cui è necessario prepararsi.
Anni dopo l’addio al Green Pass, l’Europa si prepara ad una grande novità. Entro il 2030 è in programma il passaporto digitale elettronico dell’Unione Europea, un documento di viaggio che sarà disponibile sui nostri smartphone, parallelo a carte d’identità e passaporti rilasciati dagli stati membri, con l’obiettivo di migliorare le condizioni degli spostamenti. Pensate che, solo nel 2023, all’interno dell’area economica della UE si sono registrati circa 600 milioni di attraversamenti illegali, e l’obiettivo è quello di regolarizzare i transiti tra i vari paesi. Dunque, si vogliono accelerare i controlli di frontiera, mirando ad una maggiore trasparenza ed a controlli più efficaci.
Secondo Bruxelles, creare documenti di viaggi elettronici è la risposta necessaria al problema, e diversi progetti pilota hanno già mostrato che il nuovo passaporto digitale potrà velocizzare i controlli di frontiera, passando a 30 secondi a persona ad 8. Va specificato, tuttavia, che il nuovo documento non sarà obbligatorio ma volontario, almeno per il momento, ma è molto probabile che qualcosa cambi da qui al 2030. Infatti, l’Europa mira ad una maggiore sicurezza per i propri spostamenti, oltre che alla velocizzazione dei controlli. Tra i target c’è anche la lotta al terrorismo, in modo da cogliere subito coloro che potrebbero essere dei profili pericolosi o già segnalati.
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