La Fiat era anni avanti alla concorrenza nell’epoca in cui Gianni Agnelli era un giovane rampante e pieno di idee per l’industria italiana.
Facciamo un passo indietro e pensiamo a una Italia diversa dove era possibile ancora sognare in grande. La Fiat era già un punto di riferimento e nascevano dei concept che avrebbero dovuto ingolosire le nuove gen di italiani che oggi sono nonni. Il prototipo marciante della prima 600, proposta nel 1955, appartiene allo Stellantis Heritage Hub.
La 600 non arrivò come molti affermano in attesa del lancio della successiva 500, ma fu un’auto ben architetta, nata da un profondo studio dei vari progetti alternativi, cominciato già nel 1945, quando venne messa sotto gli occhi della dirigenza della Fiat (azionista della SIMCA) un progetto di auto, spinto dal governo francese, con telaio in alluminio e trazione anteriore. Sicuramente, certe ardite sperimentazioni non trovarono spazio, ma sono molto curiose.
Dante Giacosa aveva effettuato sin dal 1945 degli studi e dei test su un progetto chiamato “102” o “400 sperimentale” in cui erano state sperimentate anche la trazione anteriore e le leghe leggere. I pochi capitali a disposizione per sostituire la “1100” e “1500” d’anteguerra avevano spinto i vertici a concentrarsi su altri progetti.
Il progetto della Fiat 600 dimenticato
Il prototipo prevedeva un albero a camme che comandava i bilancieri e il sistema di controllo. Udite, udite perché c’era la totale assenza del pedale della frizione. L’obiettivo era creare un’auto facile da guidare e molto economica. Dopo una breve fase di test, Giacosa si rese conto che questa soluzione avrebbe richiesto un lungo sviluppo.
A quel punto montò nel cofano un motore a quattro cilindri in linea raffreddato ad acqua e un cambio manuale a quattro marce. Un grande classico per la Fiat 600. Non venne mai più utilizzato il prototipo con un motore bicilindrico a V raffreddato ad aria di 570 cc. Oggi la vettura si trova al museo permanente dello Stellantis Heritage Hub di Torino.