Accusa prescritta per un imprenditore che aveva investito in Campania. Una società impegnata nel settore della vendita di pneumatici è fallita anni fa, mandando in strada numerosi lavoratori.
L’impatto che la pandemia da Covid-19 ha avuto sull’economia italiana è stato devastante. Sono numerose le imprese italiane che non si sono più riprese a causa della crisi. Nel 2020 si è registrato un calo del PIL dell’8,9%. Il ricorso alle diverse misure di supporto è stato più intenso nei settori produttivi maggiormente colpiti dallo shock economico conseguente al Covid.
Nonostante ci sia solo un ricordo delle mascherine e delle limitazioni, i fallimenti aziendali dovrebbero aumentare a due cifre a livello globale, con un incremento che già si attesta a un +9% dall’inizio dell’anno. L’analisi arriva dal Global Insolvency Index di Allianz Trade secondo cui due terzi dei paesi supereranno i livelli di insolvenza pre-pandemia, in particolare il Regno Unito e la Francia. Non va meglio all’Italia che si trova in un limbo.
Nel Belpaese le liquidazioni continueranno a crescere del +4% nel 2025 (pari a 9.700 casi) e del +3% nel 2026. In sostanza vi sono più imprese che falliscono che nuovi player che crescono forte ed è diventato molto difficile conservarsi un posto di lavoro, specialmente nel settore dei motori. Chi è riuscito a raggiungere i più alti livelli, in Ferrari e Lamborghini, può stare sereno, ma la situazione per gli altri marchi è piuttosto negativa.
La crisi colpisce ancora
Le cose non andavano bene per un imprenditore campano nemmeno prima dello scoppio della pandemia. Il giudice Fallarino, nel processo a carico di G. P. di Benevento, accusato di bancarotta come socio accomandatario di una società impegnata nel settore della vendita di pneumatici fallita nel 2017, avrebbe ricevuto una prescrizione.
All’imputato veniva contestata la presunta mancata tenuta di libri e scritture contabili nei tre anni precedenti il fallimento, e, secondo gli inquirenti, di aver aggravato il dissesto della società, fino ad un passivo di oltre 800.000 euro. Reato prescritto, ma chissà cosa ne penseranno i dipendenti che si sono ritrovati anni fa senza uno stipendio.