FIAT, i passi falsi di Gianni Agnelli: dopo anni finalmente la verità agghiacciante

L’Avvocato ha commesso svariati errori al comando del marchio torinese. Scopriamo cosa accadde negli anni più bui e apparentemente più splendenti della gestione Gianni Agnelli.

Gianni Agnelli ha fatto grande la FIAT o ha aperto uno squarcio sulla crisi dell’automotive? Il saggio di Bonazzi, edito da Aliberti, sta facendo scalpore in libreria. Nel quarto capitolo, intitolato “Quando ci siamo giocati l’auto”, viene descritto un decennio che ha fatto la storia della Casa piemontese. Una fase delicata, cominciata marcia dei quarantamila, proseguito con la chiusura del Lingotto e segnato dal testa a testa tra Cesare Romiti e Vittorio Ghidella.

FIAT - Gianni Agnelli
Gianni Agnelli, la verità sulla FIAT (Ansa) Derapate.it

Ai tempi non si chiamavano manager, ma di fatto erano figure più importanti degli attuali amministratori. Negli anni ’80 la FIAT stava vivendo una fase cruciale della sua crescita. Erano state avviate delle ristrutturazioni ai piani alti e solo i migliori potevano lavorare in un contesto così competitivo. Prima degli anni ’80 giravano più sogni che soldi, anche perché l’auto era ancora un bene pensato per il popolo. L’amministratore delegato del Gruppo torinese dal 1976 era Cesare Romiti.

La locomotiva concretamente era guidata dall’ingegnere Vittorio Ghidella, noto nel mondo dei motori per i suoi progetti. Tra il 1980 e il 1983 il PIL italiano cresceva del 6% e l’inflazione viaggiava sopra il 20%. La moneta italiana, ai tempi la Lira, perdeva valore e la FIAT doveva destreggiarsi in un mare agitato. Nel 1980 il bilancio del marchio torinese segna 20.786 miliardi e cinquantuno miliardi di utile netto. Un anno dopo i ricavi toccarono quasi quota venticinquemila miliardi e l’utile raddoppiò a novantasette miliardi. Il 1982 invece è un pessimo anno, con una perdita di settantanove miliardi.

La vera storia della FIAT degli anni ‘80

Dall’opera suddetta è emersa una verità che in molti hanno dimenticato: “Nel 1987 la FIAT sfonda i quarantamila miliardi di lire di fatturato e nel 1990 arriva a 57.200 miliardi. Nonostante gli ottimi risultati, i dipendenti vengono tagliati selvaggiamente, sempre con l’aiuto dello Stato e l’appoggio di quel che resta dei sindacati. Così si passa dai 320.000 nel 1980 ai 230.000 del 1986, salvo tornare a 277.000 nel 1988. Una ristrutturazione profonda, a cominciare dal cosiddetto capitale umano, che è il vero segreto dei ‘meravigliosi anni Ottanta’ di Agnelli insieme alla svalutazione e al genio di Ghidella”.

Gianni Agnelli in FIAT
La vera storia della FIAT degli anni ‘80 per Gianni Agnelli (Ansa) Derapate.it

FIAT Auto sforna nel 1980 la Panda, una nuova utilitaria, piazzata a metà tra la 126 e la 127 e nel 1983, con design di Giorgetto Giugiaro, ecco la Uno. L’anno dopo, arriva la berlina di lusso Lancia Thema e nel 1988 la FIAT Tipo. Con Ghidella, la FIAT diventa il primo costruttore in Europa e il quarto al mondo, mentre l’auto produce il settanta per cento degli utili. Non avverrà mai più negli anni seguenti, che la famiglia Agnelli dipenda così tanto dalla produzione di automobili, ma sarà bravissima a far credere il contrario mentre diversifica a più non posso”, ha raccontato Bonazzi.

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