In Cina è cominciata una vera e propria guerra sui prezzi delle auto di ultima generazione. Scopriamo come stanno reagendo BYD e gli altri produttori più noti.
Negli ultimi mesi, su diverse riviste di settore, si è letto della crisi dell’automobile in Europa. In Occidente in generale, sottolineando anche con i dati lo stato di salute di note case automobilistiche o gruppi, la situazione si è fatta tragica. Lo stato di salute dell’industria automobilistica europea non è buona come in Oriente e, a lanciare il grido di allarme, che è anche un grido di aiuto, sono state alcune associazioni di rappresentanza dei costruttori e dei concessionari.
L’Associazione cinese dei produttori di automobili Caam, per esempio, ha esortato i suoi associati a evitare “caotiche guerre sui prezzi” e a favorire “una concorrenza leale”. Da Oriente ad Occidente si vede una scorrettezza e una guerra sui prezzi delle auto da parte delle Case costruttrici migliori. I forti sconti sui listini rischiano non solo di interrompere le comuni attività commerciali ma anche di pregiudicare tutta la filiera.
Mercato asiatico sotto accusa
Un grido d’ allarme dicevamo che sta mettendo in ginocchio la produzione, l’appello della Caam è stato immediatamente accolto dal ministero dell’Industria e dell’Informazione Tecnologica (Miit), che ha promesso iniziative specifiche per frenare una concorrenza troppo aggressiva e favorire un mercato “equo e ordinato” al fine di proteggere i consumatori.

Per il ministero, guerre dei prezzi sconsiderate sono un “segno distintivo di una concorrenza dannosa, minano la qualità dei prodotti, gli standard dei servizi e il benessere dei consumatori, compromettendo al contempo lo sviluppo sostenibile del settore“, come ribadito sulle colonne di Quattroruote. Anche i rivenditori hanno lanciato un appello ai costruttori per fermare la guerra dei prezzi e altre pratiche commerciali sempre più insostenibili.
BYD è nell’occhio del ciclone ed è stata richiamata all’ordine anche dalle autorità centrali cinesi dopo le accuse del presidente di Great Wall Motor, concorrente storica di BYD. Lo scontro tra le case costruttrici negli ultimi anni è peggiorato, e sembra complessa e difficile una unione tra case automobilistiche cinesi. A pagare le spese non solo i concessionari ma anche gli acquirenti. Persino il Paese del Dragone Rosso potrebbe trovarsi in una situazione scomoda nel mercato dell’automotive 2.0.