Niente casco e assicurazione, il nuovo Piaggio Ciao rinasce così: il mito del “cinquantino” non è finito (VIDEO)

Nel segno del green, con una novità inaspettata, le strade italiane potrebbero ritrovarsi piene di Piaggio Ciao. Transizione ecologica epocale.

Sardomobile è il termine metaforico con il quale, negli anni ‘70, veniva definita l’automobile in una campagna pubblicitaria della Piaggio. Tale definizione venne introdotta in una fortunata e martellante campagna pubblicitaria della Piaggio che, tra i diversi slogan, recitava: “Le sardomobili hanno cieli di latta. Liberi chi Ciao“.

Torna di moda un grande classico della Piaggio
Torna un classico della Piaggio (Ansa) Derapate.it

Il termine ebbe grande diffusione, soprattutto tra i giovani motociclisti, e rimase in uso fino agli anni ottanta, quando le maggiori dimensioni interne delle automobili utilitarie prodotte in quel decennio resero meno significativa la condizione di “inscatolamento” degli occupanti. La libertà si sa a volte cammina su due ruote, e la rivoluzione giovanile in termini di libertà dal 1967 al 2006 è passata anche attraverso uno dei ciclomotori più venduti in Italia: Il Piaggio Ciao.

Progettato da un’equipe capeggiata dall’ingegner Bruno Gaddi, sin dalla sua presentazione si è particolarmente distinto per la semplicità meccanica: provvisto di un motore a cilindro orizzontale da 49,77cm³ (alesaggio × corsa 38,4 × 43 mm) a due tempi funzionante con Miscela olio-benzina al 2%; carburatore Dell’Orto SHA 12/10; distribuzione regolata da una spalla dell’albero motore. Raffreddamento ad aria forzata sul cilindro per mezzo di una ventola ricavata con alette di fusione sul volano magnete. La testa è esposta al flusso d’aria naturale.

La rinascita del Piaggio Ciao

L’avviamento avviene tramite pedali dapprima molto simili a quelli di una bicicletta, in seguito fatti di metallo ricoperto di plastica nera. Essi azionano con un giro di catena la ruota posteriore, che a sua volta trasmette il movimento al motore attraverso la cinghia di trasmissione. Ciò comporta la presenza di due distinti gruppi di frizione automatica (uno per l’avviamento, l’altro per il moto normale) entrambi alloggiati nel medesimo gruppo rotante. Lo spegnimento non avviene con il consueto “bottone di massa” ma agendo con una corta leva al manubrio su una valvolina in testa. Ma la voglia si “riaccende” grazie all’azienda Ambra Italia e al suo Kit di trasformazione del mitico Ciao in un mezzo elettrico. Come? Si parte da un ciclomotore in buone condizioni e lo si personalizza con un Kit green che rende ecologico, per i nostalgici, il “motorino” che ha dato la libertà a diverse generazioni. Date una occhiata al video di AMBRA ITALIA.

Nella sostanza, è un kit di trasformazione in una bicicletta elettrica, con una pila ricaricabile. Più benefici che dubbi, dato che non ha bisogno di targa e assicurazione, visto che il mezzo Piaggio è in tutto e per tutto una due ruote a pedalata assistita. Fascino vintage all’insegna dell’innovazione, che mette di nuovo in gioco e su strada, al prezzo di circa 4000 euro (escluso il mezzo donante), un ciclomotore che ha fatto la storia italiana delle due ruote.

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