Mercato auto, danno irreparabile: arriva il pesante attacco all’Europa, errore che può costare caro

La scelta di bannare i motori termici tra 10 anni in Ue sta già avendo degli effetti devastanti sull’economia dei brand del Vecchio Continente.

Non si placano le polemiche sulla dead line del 2035 sui motori a combustione interna, ibridi compresi. Appello all’Europa a fare, e presto, un passo indietro e rivedere le posizioni ideologiche affermate fino ad oggi con normative stringenti e con una data, il 2035, che suona più come un diktat che come un buon consiglio per la totale conversione ecologica.

La crisi del settore automobilistico
Crisi automotive: parla Repsol (Ansa) Derapate.it

Ad appellarsi alla Commissione europea, dopo Governi europei, industriali e tecnici di comprovata esperienza si aggiunge Josu Jon Imaz, CEO di Repsol, che tuona con chiarezza e trasparenza in dichiarazioni di seguito riportate attaccando la politica e l’ideologia che sta muovendo in una sola direzione la transizione ecologica. “I motori a combustione non saranno vietati nel 2035, ma il problema è che ogni anno che passa senza prendere questa decisione stiamo causando danni irreparabili al settore automobilistico“.

La crisi del settore automobilistico

Imaz ha rilasciato queste dichiarazioni nel suo intervento al Forum di Gipuzkoa di El Diario Vasco , dove ha sottolineato che “fortunatamente” la Commissione europea sta “preparando la decisione di revocare il divieto sui motori a combustione, che è stato “profondamente errato” e “governi come Germania, Italia e altri stanno spingendo molto” in quella direzione”.

Josu Jon Imaz, CEO di Repsol
L’attacco di Josu Jon Imaz, CEO di Repsol (Ansa) Derapate.it

Il problema è che ogni anno che passa senza prendere questa decisione, causiamo danni irreparabili al settore automobilistico“, ha avvertito Imaz. Inoltre, ha sostenuto che la decarbonizzazione deve essere attuata “in modo intelligente “, perché “non esiste sviluppo sostenibile senza sviluppo” e ciò “richiede un impegno verso la competitività”. Ha quindi sostenuto la decarbonizzazione basata sulle “capacità tecnologiche e industriali”, e il primo principio in tal senso è la “neutralità tecnologica”, che, a suo avviso, “è stata violata”, sia in Europa che nelle nostre amministrazioni.

Dobbiamo essere agnostici in termini di tecnologia e utilizzare tutte le tecnologie che aiutano a ridurre le emissioni senza pregiudizi ideologici. Oggi, un’auto con carburante diesel rinnovabile e un motore a combustione emette meno CO2 nel suo ciclo di vita rispetto a un’auto elettrica“, ha tuonato il CEO di Repsol. Se fino a dieci anni fa il cuore dell’automobilismo era l’Europa, oggi si sta affidando il suo futuro “nelle mani della tecnologia dominata dai cinesi”. Imaz ha sottolineato che “le nostre stesse amministrazioni stanno tassando l’acquisto di alcuni tipi di mobilità, danneggiando così il nostro tessuto industriale“.

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