I licenziamenti sono sempre più all’ordine del giorno nel mercato dell’auto, a causa di una crisi che sembra non avere fine. Ora è un gigante del mondo dei motori ad annunciare nuovi esuberi.
Sono tempi duri per chiunque è occupato nel mondo delle quattro ruote, un settore in cui la crisi ha colpito in maniera drammatica. Siamo abituati, in Italia, a sentir parlare dei licenziamenti del gruppo Stellantis, che nel corso di questi anni ha inferto un duro colpo alla nostra forza-lavoro, ma anche all’estero le cose non vanno troppo meglio, soprattutto in territorio europeo.
Il Vecchio Continente, sino a poco tempo fa, era il punto di riferimento del settore automotive, ma la crisi ha cambiato del tutto gli scenari. Ad annunciare nuovi tagli è ora la Volvo, che sta lavorando ad un piano di ristrutturazione, utile per cercare di ritrovare un minimo di tranquillità economica, dopo aver concluso lo scorso anno con i conti in rosso. A farne le spese saranno migliaia di lavoratori, incolpevoli della situazione di difficoltà nella quale si sono ritrovati.
Volvo, pronti 3 mila esuberi per avviare il riassetto
La Volvo ha svelato maggiori dettagli in merito al nuovo piano di ristrutturazione che è stato reso noto alla fine del mese di aprile. Verrà tagliato il 15% dei dipendenti, pari a circa 3.000 esuberi, riguardante personale che non è addetto alle attività industriali. Il programma di misure speciali è stato avviato dai vertici aziendali per snellire l’intera organizzazione e risparmiare sui costi. Si punta a ridurre le spese di 18 miliardi di corone svedesi, circa 1,6 miliardi di euro, in soli due anni. Il taglio riguarderà solo e soltanto posizioni d’ufficio, e mille dei futuri licenziati sono dei consulenti. La maggior parte di essi lavora in Svezia. Presto saranno tagliati altri 1.200 lavoratori svedesi, mentre altri 800 sono occupati all’estero.

La Volvo vuole chiudere il riassetto del personale già nel prossimo autunno, il che significa che i licenziamenti scatteranno a stretto giro. Sono pari a circa 140 milioni di euro, circa 1,5 miliardi di corone svedesi, gli oneri legati ai futuri esuberi. Dunque, la casa svedese è pronta ad un riassetto dell’azienda, ed ancora una volta, a pagare per questa lunga e devastante crisi del mercato, saranno i lavoratori.