Le Ferrari sono un patrimonio dell’umanità, e difficilmente ne incontriamo per le strade. Tuttavia, esistono dei modelli che sono rari quasi per definizione, prodotti un pochissime unità. Scopriamone una davvero unica.
Quando si parla la Ferrari, si cita una sorta di religione per i suoi appassionati, di cui la sede centrale di Maranello è considerata un tempio. La storia del Cavallino ha origine nel 1929 con la Scuderia fondata dal Drake, che mediante essa gestiva il reparto corse dell’Alfa Romeo. Dopo la seconda guerra mondiale, la vera e propria casa automobilistica fu fondata nel 1947, tramite l’avvento della 125 S. Da quel momento in poi, l’automobilismo sarebbe cambiato per sempre.
Ogni auto prodotta nelle officine di Maranello, a pochi chilometri da Modena, sarebbe divenuta un mito, invidiata ed idolatrata da tutto il mondo, perché ogni Ferrari trasuda un fascino ineguagliabile. Una delle più rare in assoluto è la splendida Testarossa Pininfarina Mythos, più nota come Mythos, una barchetta nata in collaborazione con la celebre azienda italiana specializzata nelle carrozzerie. Il suo unveiling ufficiale avvenne nel 1989, al Salone di Tokyo, conquistando nell’immediato la fiducia degli appassionati. E la sua storia merita di essere raccontata, a distanza di 36 anni dal suo avvento.
Ferrari, ecco la Mythos che spicca per la sua rarità
La Ferrari Mythos era una sorta di pezzo unico, dal momento che venne costruita in appena tre esemplari, con una lunghezza di 4.305 mm, larghezze di da 2.110 mm ed altezza molto contenuto, ad appena 1.065 mm. Il passo era pari a 2.550 mm, per un peso di 1.250 kg. Lo stile fu curato da Pininfarina, precisamente da Pietro Camardella. Essendo prodotta in soli tre esemplari, era vista come una Concept Car, basata sull’autotelaio della Testarossa.

Il pianale era lo stesso di quest’ultima, ma non mancavano le differenze. Fu scelto un motore V12 da 390 cavalli in posizione centrale, regalando prestazioni di primo livello. Lo stile si rifaceva al look dei modelli degli anni Sessanta da competizione, con assenza del padiglione ed interni dal design minimalisti. A bordo troviamo sedili avvolgenti con cinture di sicurezza a bretella incorporate, come nelle vetture da corsa.
La strumentazione è molto semplice, dotata di rivestimenti essenziali. Purtroppo per i collezionisti più accaniti, si decise di non vendere la Ferrari Mythos, prodotta solo come esercizi di stile. Una storia curiosa è però legata al Sultano del Brunei, che sembra possedere ben due dei tre esemplari costruiti. L’altro è conservato presso lo stabilimento di Cambiano, nella provincia di Torino, la sede della Pininfarina. Secondo quel poco di cui siamo al corrente, le auto del Sultano sarebbero del tutto funzionanti.