I veri ricchi scelgono di differenziare il loro patrimonio, puntando su tantissimi settori. Le entrate degli Agnelli non sono legate, esclusivamente, alla FIAT.
La famiglia Agnelli, la più importante italiana al pari di una casata reale, è la storia di cinque generazioni che per un doloroso caso del destino diventano solo tre, ma che hanno attraversato tutto lo scorso secolo e che sono arrivate al primo quarto del nuovo. Diventa, infatti, impossibile capire alcuni passaggi familiari ed economici, fino ai più recenti, della famiglia Agnelli se non si compie un salto temporale di più di mezzo secolo, fino al 16 dicembre 1945, giorno della morte di Giovanni Agnelli, fondatore dell’impero Fiat.
Giovanni Agnelli, Gianni Agnelli, Umberto Agnelli, Giovanni Alberto Agnelli, John Elkann e Andrea Agnelli hanno diretto la FIAT di generazione in generazione, alternando crescite esponenziali a periodi molto complessi come quello che sta attraversando negli ultimi due anni. Giovanni Agnelli è stato senatore del Regno d’Italia, l’Avvocato fu nominato senatore a vita, Susanna Agnelli è stata sottosegretario e ministro degli Affari esteri, mentre Umberto Agnelli fu eletto parlamentare.
La storia con la S maiuscola finisce il giorno della morte dell’Avvocato, la fine di un’epoca per Torino, per la Fiat e per la famiglia Agnelli. Qualunque cosa accada, John continuerà ad essere il capo della Dicembre e di conseguenza di tutte le altre società attraverso le quali gli Agnelli e i Nasi hanno un controllo di Stellantis indipendentemente dalla quota da lui detenuta. Ruoli istituzionali, figli anche di un potere politico ed industriale che spazia dallo sport alla finanzia, includendo la compagnia di capital good CNH Industrial, la Ferrari, il gruppo industriale Iveco, la società calcistica Juventus, il settimanale The Economist e il gruppo editoriale GEDI, quest’ultimo proprietario dei quotidiani la Repubblica, La Stampa e Il Secolo XIX, di una serie di quotidiani locali e di varie emittenti radiofoniche.
I possedimenti infiniti degli Agnelli
Per farsi un’idea della grandezza dell’impero creato dalla famiglia Agnelli, bisogna provare a capire di che colossi imprenditoriali si parla: solo la Vecchia Signora rimane una delle società più ricche d’Italia, dal 2001 la Juventus è quotata in Borsa come società per azioni e dal 2009 la maggioranza del capitale azionario della Juventus è nelle mani della finanziaria Exor, controllata dalla società Giovanni Agnelli e C., in mano agli eredi Agnelli e Nasi. La Juve è tra i club più titolati al mondo.
Exor ha un Gross Asset Value (valore lordo degli attivi) di oltre 33 miliardi di euro. Questo è solo uno degli esempi per avvicinare il lettore alla comprensione di quanto sia grande e potente la famiglia Agnelli ancora oggi. Poi vanno considerati i miliardi dovuti a possedimenti immobiliari, opere d’arte e una quantità infinita di oro.