Dopo aver scalato le classifiche due importanti major del car market cinese sarebbero pronti a unire le forze per fronteggiare i marchi del Vecchio Continente.
L’industria del Paese del Dragone Rosso non conosce sosta. C’è tanta sostanza dietro il lavoro di grandi costruttori che stanno facendo la differenza su mercato globale. Un tempo si guardavano con un certo sospetto tutti i prodotti che arrivavano dalla Cina. A giusta ragione si ritenevano superiori le lavorazioni compiute in Giappone e in Corea del Sud. Oggi il mercato è cambiato e i cinesi non si basano più solo sul copia e incolla.
I più esperti conosceranno la Dongfeng Motor, con sede a Wuhan, in Cina. E’ considerata una delle “Tre grandi” produttrici di automobili del Gigante asiatico. Oggi Dongfeng è tra le prime 4 insieme a Chang’an Motors, FAW Group e SAIC Motor. Vanta joint venture con aziende straniere come Yueda Kia, Honda, Stellantis e Renault. Altri marchi associati a Dongfeng includono Dongfeng Fengshen, Infiniti, Luxgen e Venucia. I veicoli commerciali pesanti e gli autobus sono immessi sul mercato sotto il marchio Dongfeng anche se nel 2010 il logo “Dual Sparrows” ha fatto la sua apparizione su mercato.
Già nel 2014 la Dongfeng Motors aveva un volume di produzione di oltre 3,5 milioni di veicoli l’anno. Nel 1990 iniziò, invece, la produzione di veicoli commerciali su licenza della giapponese Suzuki, dell’azienda Chang’an. In seguito l’azienda ha stretto altre 2 joint venture per realizzare automobili e propulsori con il gruppo Ford. È quotata alla Borsa di Shenzhen e rappresenta una potenza industriale nell’area di Chongqing.
Un nuovo colosso automobilistico con una produzione annuale di oltre 5 milioni di veicoli è pronto a sfidare i player europei. In base a quanto affermato dal New York Times, Dongfeng Motor e Changan Automobile, sarebbero in trattative avanzate per definire i dettagli dell’accordo. Avrebbero già informato delle loro intenzioni i partner esteri: Ford, Honda e Nissan. La Cina è pronta a sfidare l’America.
Pechino ha intenzione di unire più costruttori e marchi attivi in Cina, allo scopo di ridurre i rischi associati a una sovracapacità produttiva. Il tasso di utilizzo minimo di una fabbrica automobilistica dovrà risultare del 60/80%. Secondo i dati di AlixPartners, citati dal New York Times, l’anno scorso le fabbriche di Dongfeng si sono attestate al 48% e quelle di Changan al 47%. Gou Ping, vicedirettore della Sasac, ha annunciato la necessità di “attuare una ristrutturazione strategica delle imprese automobilistiche statali” e di concentrarsi sulle EV.
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