L’Europa ha deciso da tempo di bloccare la produzione e la vendita di auto termiche dal 2035 sul suolo europeo. Ecco la situazione.
Il futuro della mobilità è uno degli argomenti più dibattuti al giorno d’oggi, ed al momento, c’è una chiara deadline per quanto concerne i motori termici. Dal primo di gennaio del 2035 sarà vietato produrre o vendere modelli con motore a combustione interna, anche nel caso di vetture ibride o a GPL. Questo significa che sarà regolare solo e soltanto la produzione e la vendita di auto elettriche, uno scenario che, almeno per ora, ci sembra davvero improbabile.
Nel corso 2024, invece che aumentare, la quota di mercato delle auto elettriche è precipitata, sia in Europa che in Italia, in barba alle previsioni degli analisti, che avevano immaginato quello che sta per terminare come un anno di svolta positiva per le auto ad emissioni zero. Secondo l’Europa, nel 2025 la quota delle BEV sarebbe dovuta essere del 27%, ma la triste realtà è che, per ora, non si è raggiunta nemmeno la metà di quel dato. E le polemiche contro le scelte prese da Bruxelles non accennano a terminare data la situazione dell’industria automobilistica. Scopriamo cosa sta succedendo.
Al giorno d’oggi, il gruppo politico maggiore del Parlamento Europeo è il ben noto PPE, vale a dire il Partito Popolare Europeo, che ha fatto capire chiaramente come la pensa sul futuro delle quattro ruote. Il PPE vuole fare pressione su Bruxelles per portare ad una revisione del ban ai motori termici previsto per il 2035, il che è un bel colpo di scena. Secondo quanto riportato dalla Reuters, il PPE si era sin qui schierato a favore della nuova legge, ma ora vuole spingere per permettere alle auto Plug-In Hybrid ed alle termiche con combustibili alternativi di continuare il loro ciclo vita.
Tramite un documento che è stato appena presentato, il PPE si è espresso anche contro i nuovi limiti di emissioni più severi che entreranno in vigore il primo di gennaio 2025, che secondo l’ACEA, rischiano di arrecare all’industria automotive delle multe sino a 15 miliardi di euro per via di questa scellerata politica. Ormai è chiaro che l’idea dell’Europa è quella di distruggere totalmente i motori termici ed il settore automotive, e l’unica speranza è che costruttori ed associazioni inizino a farsi sentire, prima che possa essere troppo tardi per il settore.
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