Fiat Panda, c’è molta preoccupazione: potrebbe succedere l’impensabile

L’Italia potrebbe presto perdere una delle sue auto simbolo. Perché la Panda rischia di non essere più prodotta.

Proprio in un momento di crescita del Gruppo Stellantis, prova ne sono i 16,8 miliardi di euro di utili con cui ha chiuso il 2022, il 26% in più rispetto all’anno precedente, si fa largo una notizia che se dovesse trovare concretezza potrebbe avere portata storica e in un certo senso rappresentare una sconfitta per l’industria tricolore.

Cosa rischia per il 2025 la Panda
L’Euro 7 rischia di far sparire la Panda (Adobe Stock) – Derapate.it

A farla circolare non è stato uno qualunque, bensì addirittura il CEO Carlos Tavares il quale non nascondendo la propria preoccupazione, ha ipotizzato l’uscita di scena di uno dei suoi modelli iconici.

Perché la Panda potrebbe non essere più prodotta

La ragione sarebbe da ritrovarsi nella normativa Euro 7, osteggiata da un po’ tutti i costruttori. Fortemente voluta dalla Commissione Europea, dovrebbe entrare in vigore a partire dal luglio 2025 quale ponte verso quella definitiva del 2035 quando potranno essere immatricolati solamente veicoli elettrici e alimentati con carburante sintetico.

A causa degli alti costi di produzione e sviluppo, le aziende dello Stivale e in generale del Vecchio Continente potrebbero essere penalizzate. Non va infatti dimenticato che molte Case stanno già investendo molte risorse sulla conversione totale al full electric, quindi si tratterebbe di una spesa aggiuntiva importante, senza un particolare significato.

In occasione dell’incontro con il Ministro delle Imprese e del Made In Italy Adolfo Urso, l’amministratore delegato della ex FCA, ha fatto riferimento alla Panda quale automobile simbolo del nostro Paese e del nostro modo di vivere, ma se il denaro per la realizzazione dovesse nuovamente salire, bisognerà mandarla in pensione. “I nuovi regolamenti, che sicuramente non sono stati fatti nel miglior interesse degli italiani mettono in pericolo il suo futuro”, ha dichiarato senza giri di parole.

Il dirigente portoghese ha quindi palesato tutto il proprio disappunto per una regola che, come abbiamo detto, imporrà soltanto più denaro da mettere sul piatto nel tentativo, pur nobile, di ridurre le emissioni, e far circolare mezzi poco inquinanti, andandosi a sommare con il già impegnativo passaggio alla tecnologia al 100% verde.

Carlos Tavares si appella al Governo Italiano
Carlos Tavares contro la normativa Euro 7 (Ansa) -Derapate

Sempre nel contesto del meeting, il numero uno di Stellantis ha invitato la Penisola a non sostenere l’ingresso dell’Euro 7, anche per le difficoltà che questo potrebbe potrebbe provocare in un’area lavorativa già fortemente compromessa, basti ricordare che fino a qualche anno fa, noi eravamo un assoluto riferimento nella creazione automobilistica, mentre oggi, non fosse per i brand del lusso, siamo praticamente spariti. “L’Italia non può essere d’accordo con politiche volte a restringere l’uso dell’automobile o a ridurne l’accessibilità. Se vogliamo mantenere l’industria manifatturiera in Europa, non possiamo essere autofobici“, ha rilanciato critico.

In controtendenza con ciò che potrebbe accadere se dovessero essere avvallate certe restrizioni già a partire da una data tanto vicina, il 64enne ha annunciato gli obiettivi del Gruppo e di FIAT nello specifico, ovvero portare la produzione di veicoli in territorio italiano almeno ad un milione di unità. “E’ un target raggiungibile”, ha affermato a Quattroruote. “Ma il Governo deve darci una mano. Se non si proteggono prodotti come la Panda, non si potrà mai arrivare a certi numeri“, ha infine chiosato.

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