Bollo auto, quando va pagato e quanto costa: ecco tutte le informazioni

Il bollo auto è un tassa che si paga annualmente per il possesso del veicolo. Quali sono le tariffe, e chi è eventualmente esentato.

Tra le spese legate all’automobile il bollo è quella forse meno amata. Il suo costo dipende essenzialmente dalla potenza del mezzo. Per cui più il motore è prestazionale, più soldi bisognerà tirare fuori. E’ bene specificare che, come il canone RAI, è una tassa di possesso. Ciò significa che non è legata all’utilizzo. Per cui se si tiene la macchina sempre ferma, non ci si può esimere lo stesso dal versamento.

Bollo auto: quando si paga
Bollo auto (AdobeStock) – Derapate.it

La cadenza, ogni dodici mesi, è determinata dal primo giorno in cui si risultata intestatari un un veicolo iscritto al PRA, ossia il Pubblico Registro Automobilistico.  Quando va pagato, allora? Entro l’ultimo giorno del mese successivo a quello della scadenza. Ad esempio se scade a fine aprile, si ha tempo tutto maggio per saldare. Questo vale per tutte le regioni tranne che per la Lombardia. Qui dal secondo anno, l’emolumento va pagato entro il mese stesso dell’immatricolazione.

Bollo auto, chi lo deve pagare

Quando si compra una macchina nuova il primo pagamento che si andrà ad effettuare sarà fissato all’ultimo giorno del mese in cui questa è stata immatricolata. Se però l’acquisto è stato completato negli ultimi dieci giorni di un mese, il versamento potrà essere rinviato a quello successivo, senza essere passabili di multa.

Qualora invece avessimo acquisito un’autovettura usata o a chilometri zero, ci dovremo preoccupare dei pagamenti dell’anno successivo rispetto a quando è avvenuto il passaggio di proprietà. Non è infatti una regola retroattiva. Quindi se il vecchio proprietario ha fatto il furbo, non saremo noi a subirne le conseguenze.

Per i veicoli in usufrutto, leasing o riserva di proprietà, la quota da versare spettarà al nuovo proprietario. In caso di noleggio a lungo termine è uguale. Deve versare il bollo chi risulta il fruitore secondo il PRA. In tale preciso frangente, è la società che paga inizialmente, chi usa l’automobile salderà attraverso i vari canoni mensili imposti dall’azienda stessa.

A chi ci si rivolge per il pagamento e il costo

Per versare la somma dovuta si può procedere online tramite il portale dell’ACI, oppure nei punti di riscossione dislocati lungo lo Stivale e nelle zone limitrofe al proprio domicilio. Ultimamente ci si può riferire anche alle tabaccherie. Da ormai qualche anno non è più necessario portare con sé la ricevuta. Le forze dell’ordine non sono abilitate alla verifica dell’effettivo pagamento. Ma soltanto la Regione di appartenenza. Il controllo non spetta neppure a Tutor ed Autovelox.

Sul fronte prezzo due sono i fattori determinanti: la classe ambientale e la potenza segnalata sul libretto al punto P.2. Attenzione il decimale non viene calcolato, quindi l’approssimazione non è per eccesso. Per quanto concerne i mezzi a GPL, metano, a idrogeno o elettrici, la cifra dipende soltanto dalla potenza.

Non è possibile fornire un dato preciso sulla somma da sborsare, in quanto, come detto ogni territorio stabilisce una sua tariffa. Questo è comunque più o meno un prospetto credibile.

Gli Euro 0 versano 3 euro a kW fino a 100 kW. Se questi ultimi sono di più, vanno aggiunti 4,5 euro per ciascun kW. Ai veicoli Euro 1 bastano 2,9 euro a kW fino a 100 kW, o eventualmente 4,35 euro in più per ciascun kW. Per gli Euro 2 siamo su 2,8 euro a kW fino a 100 kW, a cui sommare nel caso 4,2 euro per ciascun kW. Gli Euro 3 pagano 2,7 euro a kW fino a 100 kW, più 4,05 euro per ciascun kW ulteriore. E infine gli Euro 4, Euro 5 o Euro 6 tirano fuori 2,58 euro a kW fino a 100 kW, con una quota suppletiva di 3,87 euro per ogni kW.

Il superbollo, cos’è e chi lo ha voluto

Per fronteggiare la crisi legata al debito pubblico il Governo Monti fece introdurre il cosiddetto Superbollo. Si tratta di una tassa che “penalizza” le auto più potenti, ovvero quelle che superano i 185 kW. Ad ogni kW in più vanno sommati ben 20 euro.

Per fare un esempio. Se si possiede una vettura da 200 kW si andranno a pagare 350 euro rispetto allo schema prima proposta. Attenzione. Questo emolumento extra va versato separatamente rispetto al classico bollo, via F24. La buona notizia è che va in scalando dopo cinque, dieci e quindici anni diminuisce sempre di più, fino ad annullarsi ai venti.

Chi possiede un EV non deve pagare nulla per i primi cinque anni dall’immatricolazione. Successivamente subentrano delle tariffe agevolate. Per le auto ibride, invece, il periodo di congelamento è tre anni, e poi si beneficia di sconti. E’ comunque bene informarsi perché pure in questo ambito ogni Regione ha la sua normativa.

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