Benzina russa, aumento export 50%: ecco come Putin ha “fregato” l’Europa

A quanto pare il capo del Cremlino ha trovato il modo per ingannare l’Europa: l’export della benzina russa è aumentato del 50%.

Se è scattato l’embargo al petrolio russo da parte di tutti i paesi europei e dagli Stati Uniti: come è possibile che l’export della benzina russa sia aumentato del 50%?

Benzina russa - Putin
Benzina russa (Derapate)

A quanto pare i Putin ha trovato una strada alternativa, che addirittura gli ha permesso di aumentare le esportazioni e di arginare il blocco imposto dall’Europa e dagli USA.

Proprio nel primo trimestre del 2023, in Russia, si è registrato un aumento di esportazione di petrolio pari al 50% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questi dati emergono dal documento Refinitive prodotto dall’agenzia Reuters.

Ma se l’Europa e gli Stati Uniti non stanno acquistando il petrolio Russo, quale paese sta contribuendo a far aumentare le esportazioni?

Benzina russa: l’aumento della domanda dell’Africa ha favorito Putin

In occasione dello scontro militare tra Russia e Ucraina, l’Unione Europea ha introdotto una serie di sanzioni con lo scopo di limitare l’economia del Cremlino, nella speranza di indebolirla.

Purtroppo, le cose non stanno andando proprio come ci si aspettava. E nonostante lo scorso 5 febbraio siano state acuite le sanzioni tramite un embargo sui prodotti petroliferi raffinati provenienti dalla Russia, il dato che stupisce e che nel primo trimestre del 2023 la Russia ha registrato un +50% sulle esportazioni di petrolio.

L’incremento delle esportazioni russe è legato ad un aumento della domanda da parte dell’Africa. Ma l’aspetto ancora più sconcertante è che nella maggior parte dei casi l’Africa rivende la benzina e il gasolio Russo all’Unione Europea.

Di fatto, questa triangolazione, che è stata molto utilizzata anche dall’India, sempre nei confronti dell’Unione Europea, non sta facendo altro che arricchire la Russia.

Secondo i dati registrati mosca ha intensificato le spedizioni verso la Nigeria, la Tunisia e la Libia. Basti pensare che da gennaio a marzo 2023, la Russia ha esportato 2,2 milioni di tonnellate di carburanti in più rispetto allo stesso trimestre del 2022.

Nello specifico, nel continente africano si contano complessivamente 812.000 tonnellate di carburante di cui solo 488.000 destinate alla Nigeria. Il Paese africano affacciato sul Golfo di Guinea, l’anno precedente aveva importato solo 38.000 tonnellate di carburante.

La situazione in Medio Oriente

Per quanto riguarda il gasolio, questo finisce prevalentemente in Medio Oriente, negli Emirati Arabi Uniti e in Arabia Saudita. Salvo poi approdare nell’Unione Europea e in Africa.

In base ai dati raccolti solo nel mese di marzo, nel terminal di Fujairah sono state scaricate 500.000 tonnellate di carburante.

La Arabia Saudita, invece, ha importato circa 216.000 tonnellate di diesel russo, nel periodo che va da marzo ad aprile 2023. Si tratta della quantità di diesel più elevata che l’Arabia abbia mai ricevuto dalla Russia.

Mediamente i carichi di diesel provenienti da Mosca sono venduti a 60-70 dollari a barile, concretizzando uno sconto di 20 dollari a barile rispetto alle quotazioni di mercato.

Tra l’altro, tale cifra rispetta perfettamente le regole indicate dal G7 secondo le quali il barile deve avere un costo inferiore ai 100 dollari per poter accedere ai servizi assicurativi per i carichi.

Per concludere, possiamo affermare con ragionevole certezza che l’embargo ai prodotti raffinati provenienti dalla Russia ha favorito Putin. Attraverso questa triangolazione, il petrolio di Mosca arriva comunque in Europa. La decisione dell’Unione Europea ha perfino aiutato le esportazioni russe. Di conseguenza, l’economia di Mosca ne esce rafforzata.

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