Daltonismo e patente: la legge è chiara, in questo caso non si può guidare

Daltonismo e patente: quali sono i casi in cui il daltonismo impedisce il conseguimento della patente di guida?

Guidare un’auto e conseguire una patente di guida con una disabilità visiva può compromettere la sicurezza, per sé stessi e per gli altri. Tuttavia, la possibilità di guidare deve essere valutata di volta in volta.

Daltonismo e patente
Canva – Derapate – Daltonismo e patente

Il daltonismo è la condizione di chi ha una anomalia visiva e non riesce a percepire i colori in maniera corretta. Le persone daltoniche, infatti, vedono i colori in maniera alterata. Questa condizione può essere legata a diverse ragioni, ma generalmente è provocato da un’opacità del cristallino. In tal caso, il soggetto affetto da daltonismo percepisce in maniera lievemente alterata i colori, come il blu e il giallo.

In altri casi, invece, il daltonismo può essere legato al malfunzionamento delle cellule sensoriali, che impediscono la totale o parziale percezione di alcune tonalità, ad esempio rosso, verde e blu.

Il daltonismo, definito anche “cecità ai colori”, può essere una disabilità che compromette la sicurezza alla guida?

Daltonismo e patente: in quali condizioni si può guidare un’auto

Per conseguire una patente di guida è necessario sottoporsi ad un esame teorico e pratico, ma anche ad una visita medica che attesti la presenza dei requisiti necessari per poter guidare un veicolo su strada pubblica.

La visita medica ha lo scopo di verificare che il soggetto sia in possesso dei requisiti psicofisici che offrono un buon livello di sicurezza al momento della guida.

Per questo motivo, quando il soggetto viene sottoposto a visita medica, tra le altre cose, si effettua un controllo della vista.

Per ottenere la patente B è necessario che il soggetto sia in possesso di una buona precisione della vista, anche di quella periferica.

In occasione del controllo della vista, il soggetto viene sottoposto alla classica visita in cui è presente la tabella con numeri o lettere. Inoltre, il campo visivo binoculare deve permettere una visione in orizzontale di almeno 120 gradi, un’estensione di non meno di 50 gradi, verso destra o verso sinistra, e di 20 gradi verso l’alto e verso il basso.

In base a quanto stabilito dall’articolo 119 del Codice della Strada, non è possibile conseguire la patente di guida quando il soggetto “è affetto da malattia fisica o psichica, deficienza organica o minorazione psichica, anatomica o funzionale tale da impedire di condurre con sicurezza veicoli a motore”.

In sostanza, il Codice della strada non prevede il controllo della visione dei colori.

Patenti professionali

Tuttavia, stando all’articolo 322 del Codice della Strada per le patenti di guida di categoria C, D ed E è necessario che il conducente non abbia una visione binoculare difettosa. Nello specifico, il suddetto articolo afferma che “per il conseguimento, la conferma di validità o la revisione della patente di guida per motoveicoli ed autoveicoli di qualsiasi categoria è necessario che il richiedente possegga campo visivo normale e senso cromatico sufficiente per distinguere rapidamente e con sicurezza i colori in uso nella segnaletica stradale, una sufficiente visione notturna e la visione binoculare”.

In pratica sia per il rilascio della patente che per il rinnovo del documento è necessario che questo oggetto sia in grado di distinguere i colori della segnaletica stradale. Sarà poi compito del medico, che effettua la visita, valutare se il soggetto è in grado o meno di guidare, nonostante la condizione di daltonismo.

La sicurezza per un daltonico

È sicuro guidare per un daltonico? Il fatto che un conducente si affetto da daltonismo potrebbe indurre a credere che non sia in grado di distinguere alcune importanti segnaletiche stradali. È questo il caso, ad esempio, del semaforo o di alcune segnaletiche il cui significato è da ricercare proprio nel colore.

Tuttavia, anche se il daltonico non riesce a distinguere con esattezza il rosso, il giallo e il verde del semaforo, può imparare che la prima luce in alto è quella che determina lo stop. Appare, dunque, evidente che il mancato riconoscimento del colore, non impedirà al conducente daltonico di fermarsi quando vede che la luce in alto è accesa, pur senza saper distinguere il colore rosso.

Lo stesso discorso vale anche per la segnaletica. È vero che alcuni segnali stradali vanno interpretati anche in base al loro colore. Ma questo non è mai l’unico elemento che permette di riconoscere un divieto o un obbligo. Infatti oltre al colore vanno sempre tenuti in considerazione altri aspetti come la forma, le dimensioni e, ovviamente, ciò che è indicato sul cartello.

Insomma alla domanda: si può conseguire la patente anche da daltonici? La risposta è sicuramente affermativa.

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