Le MotoGP sono dei mezzi davvero eccezionali, ed anche la loro cilindrata ne è una grande prova. Ecco quali sono i numeri precisi.
La MotoGP sta per riaccendersi e lo farà già con i test di Portimao previsti a marzo, nella speranza, ovviamente per motivi di spettacolo, di vedere qualcosa di diverso rispetto alla Malesia. In quel di Sepang, infatti, le moto italiane hanno cannibalizzato la testa della classifica, con le Ducati e le Aprilia quasi sempre tutte in top ten.
La Honda e la Yamaha hanno confermato le enormi difficoltà della passata stagione, con Marc Marquez e Fabio Quartararo piuttosto alterati per via della scarsa competitività delle loro moto. Quali speranze possono avere quelli che forse sono i migliori talenti della MotoGP? Al momento, è difficile commentare, ma è chiaro che servirà un grosso step in un periodo di tempo molto limitato.
La Yamaha sembra aver fatto un balzo in avanti in termini di potenza, ma la moto ha sofferto di quello che si temeva, ovvero una maggior potenza che ha influito sul comportamento del mezzo tecnico in curva. Questo, ovviamente, richiede un duro lavoro per cercare di ritrovare la scorrevolezza di prima, nella gestione dell’erogazione della potenza che andrà del tutto sistemata.
La Honda sembra messa ancora peggio, con Marquez che ha fatto capire che la situazione è praticamente identica ai test di Valencia. All’epoca, il nativo di Cervera parlò addirittura di nessuna possibilità di lottare per il titolo mondiale, e se le cose non sono cambiate, significa che ci sono ben poche speranze per l’otto volte campione del mondo.
Durante i test di Sepang sono state usate ben quattro moto, una vecchia e le altre tre con diverse novità tecniche, di cui una è stata praticamente subito bocciata. La Honda ha deciso di copiare la carena con lo scalino dell’Aprilia, ma ancora non è chiaro se verrà utilizzata o meno durante l’anno.
La Ducati è dunque la grande favorita, e la casa di Borgo Panigale ha tutte le intenzioni di continuare a spaventare la concorrenza. Nel frattempo, con l’inizio del campionato che si avvicina, andremo a parlare di un qualcosa di molto interessante, ovvero la cilindrata di queste moto.
La cilindrata della top class delle due ruote è stata di 500 cc sino al 2001, anno in cui questa denominazione ha ceduto il passo alla MotoGP, salendo a quota 799 cc a partire dal 2007. Dal 2012 si è saliti a quota 1000 cc, e da quel momento la cilindrata non è stata mai più toccata.
La potenza massima delle MotoGP moderne si attesta attorno ai 250 cavalli, anche se c’è da sottolineare un aspetto. Infatti, i costruttori non ci dicono con esattezza quanto spingano le loro moto, e quella che vi abbiamo riportato è una cifra indicativa, ma che fa capire quanto possano andar forte.
La velocità massima mai toccata risale al Gran Premio d’Italia del 2021, quando la Ducati Pramac di Jorge Martin ha toccato lo spaventoso dato di 363,6 km/h, un dato davvero ragguardevole. Sul fronte della potenza e delle top speed, la casa di Borgo Panigale ha sempre avuto un netto vantaggio sulla concorrenza, ma la sua forza negli ultimi anni è stata quella di riuscire ad ottimizzare al meglio il telaio.
La Ducati è stata la pioniera dell’aerodinamica nelle due ruote, riuscendo ad introdurre concetti come le alette prima e gli abbassatori poi, dimostrandosi al top anche dal punto di vista meccanico. Tali sistemi sono stati pesantemente attaccati dagli avversari, che ne hanno più volte richiesto la messa al bando, salvo poi copiarli dopo aver capito quanto potesse essere importante il loro impiego.
Come detto in precedenza, i test di Sepang hanno evidenziato una superiorità tecnica devastante rispetto alla concorrenza, e nel futuro più immediato sarà molto complesso pensare di dar battaglia a Pecco Bagnaia, Enea Bastianini e tutto il plotone. Se qualcuno dovesse batterli, sarebbe davvero un’impresa storica viste quelle che sono le premesse.
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