Ferrari, quanto prendeva Mattia Binotto? Cifra da capogiro

Mattia Binotto è stato il team principal della Ferrari dal 2019 al 2022. I suoi introiti sono ovviamente aumentati rispetto al passato.

Nel dicembre del 2022 si è conclusa l’avventura di Mattia Binotto come team principal della Ferrari. L’ingegnere di Losanna, a quanto pare, non ha accettato un ruolo inferiore come ingegnere, decidendo li lasciare la Scuderia modenese, dove ha lavorato per tutta una vita, a partire dal 1995.

Ferrari Mattia Binotto (LaPresse)
Ferrari Mattia Binotto ecco il suo stipendio (LaPresse)

All’epoca era un giovane e brillante neo-laureato, che Luca Cordero di Montezemolo e tutto il suo staff decisero di non farsi sfuggire. Inizialmente, Binotto venne posizionato all’interno della squadra test, per poi guadagnare sempre più posizioni nelle gerarchie della Gestione Sportiva, arrivando al ruolo di direttore tecnico nel 2016, nominato da Sergio Marchionne al posto di James Allison.

I suoi primi due progetti furono davvero brillanti, visto che permisero a Sebastian Vettel di giocarsi il mondiale quasi fino all’ultimo contro l’armata Mercedes e Lewis Hamilton, i quali riuscirono comunque poi a spuntarla alla fine delle ostillità dopo una lunga ed intensa battaglia.

In seguito, venne nominato team principal nel 2019 rimpiazzando Maurizio Arrivabene, ma la sua gestione è stata una delle peggiori della storia della Ferrari con soli 7 successi in quattro stagioni e tante, troppe brutte figure ed occasioni perse. Oggi vi sveleremo quanto guadagnava in rosso l’ingegnere di Losanna.

Ferrari, ecco guadagnava a Maranello Mattia Binotto

La storia d’amore tra Mattia Binotto e la Ferrari si è conclusa alla fine della passata stagione, ma c’è da dire che da Maranello l’ingegnere di Losanna si è portato via una bella quantità di denaro. Infatti, per prima cosa occorre sottolineare che il suo contratto con la casa italiana non era scaduto, e che quindi sarà stato liquidato con una bella buonuscita, di cui però non si conoscono i dettagli economici.

Secondo quelle che sono le stime, l’ex team principal del Cavallino percepiva somme che andavano dal milione ai cinque milioni di dollari all’anno, ma è più probabile che un singolo milione fosse la cifra corretta, e di certo non parliamo di quattro monetine. Tuttavia, si tratta di un ingaggio ben diverso da quello di Toto Wolff, che non scende sotto gli otto milioni l’anno.

Il manager austriaco è comunque anche azionista della Mercedes e detentore del 33% delle quote, per cui c’è da fare un discorso ben diverso. Binotto ha comunque avuto una carriera davvero proficua, visto che nel 1995 era entrato in Ferrari come ingegnere della squadra test, scalando le gerarchie in un quarto di secolo ed arrivando a dirigere il team, ruolo che apparteneva a Jean Todt quando lui arrivò a Maranello nel vecchio millennio.

In molti si chiedono cosa farà l’ingegnere di Losanna in futuro, e ad oggi appare difficile dare una risposta certa. Infatti, si parla molto di un suo possibile coinvolgimento nel progetto Audi, ma è chiaro che in quel caso potrebbe essere presente in qualità di tecnico, probabilmente addetto alla costruzione della power unit, e non certo come team principal.

Binotto è stato infatti preceduto dalla sua voglia di primeggiare, ed è così giunto al termine di un lunghissimo rapporto con il Cavallino durato 27 anni. La mancanza di carisma gli impedisce di poter svolgere il ruolo di team principal, ma nonostante questo non si è posto problemi a mettersi a capo della Scuderia modenese.

In Audi, se proprio deciderà di recarsi in quella squadra che ingloberà la Sauber, potrebbe comunque diventare uno dei padri del progetto, portando da Maranello segreti di un certo valore. Tuttavia, nel giorno della presentazione della SF23 è stato avvistato a Maranello assieme a Frederic Vasseur, e c’è già chi immagina uno suo ritorno in rosso come ingegnere.

Chiaramente, questo ci sembra uno scenario troppo lontano dalla realtà, ma mai dire mai in una F1 che regala sempre colpi di scena. Il suo successore, considerando i tanti problemi palesati negli ultimi anni dalla Rossa, non avrà un compito facile, ma se dovesse arrivare al successo farebbe la storia.

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