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Formula 1

La qualifica più pazza della storia della F1: c’entra Schumacher

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Giovanni Messi

La F1 ha regalato tanti momenti leggendari, ma quello che accadde tanti anni fa a Jerez de la Frontera merita di essere raccontato.

Una delle edizioni più belle e palpitanti del mondiale di F1 fu sicuramente quella del 1997, quando il campionato vide una fantastica sfida tra la Ferrari di Michael Schumacher e la Williams-Renault di Jacques Villeneuve. Il team di Sir Frank decise di puntare tutto sul giovane talento canadese, che aveva debuttato solo un anno prima, contendendo il titolo al compagno di squadra Damon Hill sino all’ultima gara.

F1 Michael Schumacher ed una qualifica indimenticabile (ANSA)

Il neo-campione del mondo emigrò alla Arrows, lasciando spazio ad Heinz-Harald Frentzen, ma è chiaro che il cavallo su cui si era deciso di puntare era quello canadese. La Ferrari, che sino all’anno precedente non aveva modo di competere con la Williams, fece un netto passo in avanti, arrivando a giocarsi l’alloro iridato sino all’ultima gara.

Il 26 ottobre del 1997 andò in scena il Gran Premio d’Europa, a Jerez de la Frontera, ma è nel giorno precedente che si registrò un qualcosa di unico, che non è mai più accaduto nella storia della F1. Quelle qualifiche, che poi decretarono l’ordine di partenza, sarebbero rimaste nella memoria di tutti gli appassionati per sempre.

F1, la pole condivisa da ben tre piloti al GP d’Europa 1997

Il mondiale di F1 targato 1997, come detto, vide arrivare Michael Schumacher e Jacques Villeneuve separati da un solo punto in classifica. Il Kaiser di Kerpen, grazie alla vittoria in Giappone ed alla contemporanea squalifica del figlio di Gilles, aveva 78 punti, contro i 77 del grande rivale.

La Williams-Renault, invece, aveva già in mano il titolo costruttori, grazie al miglior rendimento di Heinz-Harald Frentzen rispetto alla Ferrari di Eddie Irvine. La qualifica, visto il tortuoso tracciato di Jerez de la Frontera dove si disputò il decisivo Gran Premio d’Europa, divenne fondamentale per spostare gli equilibri in termini mondiali, ma visto il risultato, di equilibrio non si può affatto parlare.

Il 25 ottobre del 1997 andò in scena un qualcosa di unico nella storia della F1. Schumacher, Villeneuve e Frentzen staccarono lo stesso tempo al millesimo, fermando il cronometro sull’1’21”072. A partire davanti a tutti fu proprio il canadese, dal momento che aveva stabilito quel tempo per primo, seguito dal ferrarista e dal suo compagno di squadra.

Jacques ebbe così il grande vantaggio di partire in pole position, ma non sfruttò affatto questa possibilità. Al via, infatti, il figlio d’arte venne bruciato dal già due volte campione del mondo, più freddo e già abituato alle sfide al vertice. La Ferrari dominò la corsa, e Michael sembrava destinato a riportare il titolo mondiale a Maranello, che mancava ben 18 anni, visto che Jody Scheckter si era imposto nel 1979.

Tuttavia, la corsa si decise in maniera clamorosa quando bastava ormai una zampata per agguantare la vittoria. Schumacher iniziò a perdere prestazione, quasi mollando la presa sotto il peso della tensione, contro ogni previsione. A 22 passaggi dalla bandiera a scacchi, alla staccata della Dry Sack, Villeneuve tentò l’attacco, soprendendo l’avversario.

Michael gli chiuse la porta in faccia, cercando l’incidente e sbattendo con la sua anteriore destra contro la pancia laterale della Williams. Il tedesco finì la sua corsa nella ghiaia, non riuscendo più a ripartire, mentre il canadese, nonostante qualche piccolo danno, proseguì sino al traguardo.

A poche curve dalla fine, cedette il passo alle due McLaren-Mercedes, con Mika Hakkinen che si prese la prima vittoria in carriera davanti a David Coulthard. Il terzo posto, infatti, fu sufficiente a Villeneuve, che al secondo anno nel Circus divenne campione del mondo, l’ultimo vinto nella storia del team di Grove prima del lento ma inesorabile declino.

Quella gara portò a Schumacher la fama di scorretto, e la FIA usò il pugno di ferro contro di lui, cancellandogli tutti i punti in classifica mondiale, anche se le cinque vittorie ottenute non gli furono revocati, lasciando anche il secondo posto costruttori alla Ferrari. Il Kaiser di Kerpen, comunque, ebbe modo di farsi perdonare qualche anno più tardi.

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