Pirelli Cyber Tyre: Riconoscimenti Internazionali e Rivoluzione nel Mondo degli Pneumatici Intelligenti

Un pneumatico che non si limita a rotolare, ma parla. La fine del 2025 mette i riflettori su Pirelli: premi, attenzione internazionale e una promessa che supera la gomma. Cosa succede quando la strada diventa una fonte di dati e le auto iniziano ad ascoltarla?

Pirelli e i suoi riconoscimenti

Pirelli chiude l’anno con una serie di riconoscimenti che contano. In un mese, la tecnologia Cyber Tyre ha raccolto tre premi internazionali. Si aggiungono al riconoscimento ottenuto agli AutoTech Breakthrough Awards in ottobre (fonte: comunicazioni degli organizzatori). Il più rilevante è il Premio per la Sicurezza agli Automobile Awards 2025, consegnato il 18 dicembre all’Automobile Club de France ad Alejandro Recasens, Direttore Generale per l’Europa Occidentale. Nella stessa serata, la quinta generazione del PZero è stata celebrata come “Révélation”.

Altri premi e riconoscimenti

Pochi giorni prima, la giuria di Autobest — 32 Paesi europei rappresentati — ha assegnato a Cyber Tyre il titolo SafetyBest 2026. E la società di consulenza Frost & Sullivan ha nominato Pirelli “Company of the Year 2025” nella categoria dei pneumatici intelligenti. Dove possibile, questi dati sono verificabili sui canali ufficiali degli enti citati; in caso contrario, riportiamo quanto indicato nei comunicati aziendali.

Dalla gomma al dato

Per il CEO Andrea Casaluci, la svolta è netta: la gomma non è più solo componente meccanica. Diventa generatrice di informazioni. Il CTO Pierangelo Misani introduce la Tyre Library: librerie di dati, modello per modello, raccolti dall’uso reale. Il sensore nel pneumatico non è il protagonista. Lo diventa l’AI, che interpreta quei segnali e li trasforma in istruzioni utili.

Esempi concreti

Esempio concreto. Il Cyber Tyre misura micro-variazioni d’aderenza su asfalto freddo. L’auto anticipa una frenata più morbida. Riduce il rischio di bloccaggio e accorcia lo spazio d’arresto. Oppure “sente” un inizio di aquaplaning su corsia 2. Manda l’informazione all’ESP. La coppia si riequilibra, la traiettoria resta pulita.

Oltre l’auto: strada, rete, città

C’è poi la dimensione V2X. I dati raccolti dalla gomma possono dialogare con altri veicoli, con i gestori delle infrastrutture e con i sistemi di smart city. È la logica della sensor fusion: integrare fonti diverse per segnalare buche, ghiaccio localizzato, carburante o sabbia in carreggiata, code improvvise. Risultato atteso: manutenzione predittiva delle strade, semafori adattivi, pannelli che avvisano in tempo reale.

Sperimentazioni in corso

Sperimentazioni sono in corso con la Regione Puglia e con Movyon (gruppo Autostrade per l’Italia), secondo informazioni diffuse dai soggetti coinvolti. Qui la metrica che farà la differenza non è solo l’accuratezza del singolo sensore, ma la latenza end-to-end: quanti millisecondi passano tra la “scivolosità” misurata e l’avviso sul veicolo che segue?

Non è fantascienza. È una questione di fiducia, governance dei dati, standard aperti. Il futuro dei pneumatici connessi dipenderà da questo triangolo: robustezza del dato, interoperabilità, benefici tangibili per chi guida.

Alla fine, resta un’immagine semplice: una gomma che tocca l’asfalto e sussurra alla rete. Quando la strada inizierà davvero a parlarci, saremo pronti ad ascoltarla?

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