Il primo semestre del 2025 si è concluso in maniera molto negativa per la gran parte dei marchi automobilistici, tra cui l’Audi. Crollano gli utili ed è stata anche tagliata la guidance per l’anno in corso.
Che il mercato delle quattro ruote sia in crisi nera da anni non lo scopriamo di certo oggi, ma il problema è che la luce in fondo al tunnel, per la maggioranza delle case, non accenna a mostrarsi. L’Audi, parte del gruppo Volkswagen, ha visto un primo semestre di 2025 molto difficile, come confermato dai dati che sono stati comunicati nel corso degli ultimi giorni. I dazi ed i costi legati alla trasformazione industriale hanno avuto, a quanto reso noto, un impatto importante su quanto accaduto.
Andando a snocciolare le statistiche, si scopre che l’Audi ha visto l’utile netto scendere a quota 1,346 miliardi di euro, un crollo del 37,5% rispetto al medesimo periodo compreso tra gennaio e giugno dello scorso anno. Negativo anche il risultato operativo che si riduce quasi alla metà, fermandosi ad 1,087 miliardi di euro contro 1,982 dello scorso anno. Tutto ciò nonostante dei ricavi che sono andati a crescere, un aspetto che deve far riflettere i vertici.
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Audi, utili in caduta libera nel primo semestre
Le vendite dell’Audi sono diminuite nel corso del periodo gennaio-giugno, con un -5,9% rispetto allo scorso anno, per un totale di 794.088 veicoli. Tuttavia, le auto elettriche sostengono il fatturato, che è salito del 5,2% a 32,6 miliardi di euro. Le vetture elettriche sono state, sostanzialmente, pari ad un settimo delle vendite, per un totale di 101.000 unità immatricolate, un dato sicuramente positivo e che invoglia ad investire nel campo della mobilità sostenibile.
La transizione in corso impone comunque spese notevoli, trasformazioni industriali che avrebbero bisogno di vendite ancor maggiori per poter essere sostenute senza andare in perdita, senza dimenticare i dazi doganali imposti da Donald Trump, che fanno la loro parte sul mercato statunitense. Ed infatti, l’Audi perde soprattutto negli Stati Uniti d’America, dove calano le vendite del 9%, ed in Cina, dove il passo indietro è pari al 10%. Dunque, ci sarà da lavorare per risollevare due tra i mercati più importanti in assoluto, nei quali molti brand stanno faticando a dismisura.